Validità predittiva per la diagnosi di difficoltà di lettura e scrittura in prima elementare del livello di consapevolezza fonemica rilevato nel corso dell’ultimo anno di scuola materna

di Roberto Iozzino, Silvio Campi, Coletta Paolucci Polidori

pubblicato su "I CARE" anno 23 n° 1 pp. 2-5

Introduzione

La ricerca di prerequisiti specifici per l’acquisizione delle normali competenze di lettura e scrittura è un settore di ricerca che ha sempre impegnato a fondo gli psicologi dell’apprendimento. Nel corso del tempo sono state studiate numerose competenze che sembrano essere in qualche modo implicate nel processo di apprendimento della lingua scritta, a partire dai primi studi che spiegavano la dislessia come una specie di cecità per le parole: lateralizzazione, sviluppo psicomotorio, integrazione visuo-motoria, analisi visiva, analisi uditiva ecc.

In questo ambito il livello di consapevolezza fonemica, definita come la capacità di percepire e riconoscere per via uditiva i fonemi che compongono le parole del linguaggio parlato e saper operare adeguate trasformazioni con gli stessi, è ormai considerata da quasi tutti i ricercatori una condizione necessaria per l’apprendimento della lettura e scrittura, anche se non sufficiente. E’ dimostrato, infatti, che esistono bambini normodotati con buone competenze nella consapevolezza fonemica che presentano gravi difficoltà nella lettura (Cossu 1988). Il livello di C.F., però, è stato misurato quando già si erano evidenziate le difficoltà di lettura e scrittura; non sappiamo se eventuali deficit nella C.F. interferiscano con le prime fai dell’apprendimento della lettura e se queste eventuali interferenze permangano poi nel tempo.

Il rapporto tra C.F. e lettura e scrittura è ormai un dato di fatto (per una recente rassegna in italiano si veda Bryant e Bradley 1996) ma è ancora poco sperimentata l’utilizzazione del livello di C.F. a fini clinici per la prevenzione dei disturbi di apprendimento e il trattamento precoce dei bambini a rischio.

Tressoldi, Vio, Nicotra e Calgaro (1993) hanno studiato la validità predittiva delle difficoltà in lettura e scrittura di un test di consapevolezza fonemica trovando che " il rapporto tra consapevolezza fonemica all’inizio della scuola elementare e prestazioni nel linguaggio scritto, in particolare per gli aspetti relativi alla decodifica, permanga ben oltre il primo anno di scuola con indici molto contenuti di Falsi Negativi e un indice di predizione di Veri Positivi (soggetti a rischio) superiore all’85%".

Tressoldi e coll (1993) hanno trovato che la misura della Consapevolezza Fonemica all’inizio della scuola elementare è un buon indice predittivo delle difficoltà di lettura e scrittura nelle prime classi della scolarizzazione di base.

Ci siamo chiesti se era possibile trovare indici di predittività per la lettura e scrittura misurando le abilità possedute dai bambini già nel corso dell’ultimo anno di scuola materna. Se ciò fosse possibile avremmo l’innegabile vantaggio di poter predisporre programmi di rinforzo delle abilità metafonologiche già nel corso della scuola materna o all’inizio della scuola elementare, senza aspettare il consolidarsi delle difficoltà del bambino.

La ricerca

La ricerca che presentiamo fa parte del nostro progetto per la prevenzione e la diagnosi precoce dei disturbi specifici di apprendimento. Il lavoro è iniziato nel 1994 ed è ancora in via di realizzazione. Inizialmente si è intervenuto su un numero limitato di bambini (solo alcune scuole del nostro territorio) per arrivare gradualmente a raggiungere tutti i bambini di 5 anni frequentanti le scuole materne comunali e statali della prima circoscrizione del Comune di Roma. Il progetto prevedeva, oltre alla prova di Consapevolezza Fonemica, la misura del Quoziente Adattativo attraverso l’ABI (Brown e coll. 1986) e la misura del Quoziente Intellettivo attraverso l’MS 4-8 (Vianello e Marin 1991). Nel corso dell’ultimo anno sono state aggiunte alcune prove neurolinguistiche di nostra elaborazione non ancora pubblicate (racconto orale e racconto visivo).

I soggetti coinvolti nella ricerca sono 98 alunni dell’ultimo anno di scuola materna di 14 diverse sezioni appartenenti a 8 scuole materne comunali e statali della prima circoscrizione del comune di Roma.

Ai bambini, nel corso del mese di aprile dell’ultimo anno di scuola materna, sono state somministrate le seguenti prove: MS 4-8, di Vianello e Marin (1991) per la misura del livello intellettivo, che presenta interessanti caratteristiche di praticità e semplicità; l’ABI di Brown e Leigh (1986) per la misura del quoziente di adattamento; una prova di consapevolezza fonemica, ripresa e modificata da Tressoldi e coll. (1993).

Agli stessi bambini, che in questo caso sono scesi a 69 per motivi di mobilità scolare, sono state somministrate nel corso del mese di Maggio dell’anno successivo, le prove di correttezza, rapidità e comprensione di Cornoldi, Colpo e il gruppo MT (1985).

Le due prove sono state somministrate seguendo la metodica originale riportata sui manuali.

In tab. 1 sono riportate medie e deviazioni standard del Q.I. e dell’ABQ/FS del nostro campione.

 

Media

Dev. St.

Età (in mesi)

69

4

Q.I.

112

13

ABQ/FS

115

14

Tabella 1: Età, Q.I. e ABQ/FS del campione

La prova di Consapevolezza Fonemica è stata somministrata e valutata seguendo la metodica riportata da Tressoldi e coll (1993): la prova è suddivisa in due sottoprove, una di segmentazione e una di fusione di fonemi; la prova di segmentazione è suddivisa in tre parti: individuazione del suono iniziale di una parola, individuazione del suono finale e segmentazione fonemica. Rispetto all’originale sono state aumentate le parole sia della prova di segmentazione che di quella di fusione fonemica per permettere un migliore individuazione dei soggetti con punteggi elevati.

Analisi dei dati

Lo scopo del nostro studio era quello di valutare se determinati livelli di consapevolezza fonemica misurati nel corso della scuola materna fossero predittivi del livello di lettura e scrittura misurato alla fine del primo anno di scuola elementare.

Si è scelto quindi di analizzare i dati seguendo la metodica riportata nel già citato studio di Tressoldi e coll (1993), con l’analisi dei dati ricavati da tabelle di contingenza 2 x 2 derivanti dall’incrocio tra due livelli di efficienza della consapevolezza fonemica (normale e rischio) con due livelli di efficienza della lettura (sufficiente e non sufficiente).

Per ogni tabella sono stati calcolati i valori (da Tressoldi e coll. 1993):

1) Percentuale di Falsi Positivi: percentuale di soggetti che in base ai punteggi al test di consapevolezza fonemica dovrebbero risultare con difficoltà di lettura e invece leggono bene.

2) Percentuale di Falsi Negativi: percentuale di soggetti che non dovrebbero avere difficoltà nella lettura e che invece risultano deficitari nei punteggi presi in considerazione.

3) Sensibilità: rappresenta la proporzione di soggetti con difficoltà identificati correttamente.

4) Specificità: rappresenta la proporzione di soggetti senza difficoltà identificati correttamente.

5) Valore di predittività dei positivi: rappresenta la proporzione di soggetti con basso punteggio in C.F. che risultano con difficoltà di lettura.

6) Valore di predittività dei negativi: rappresenta la proporzione di soggetti con alta C.F. e che risultano senza difficoltà in lettura.

 

Difficoltà di apprendimento

Apprendimento sufficiente

C.F. -

A

VERI POSITIVI

B

FALSI POSITIVI

C.F. +

C

FALSI NEGATIVI

D

VERI NEGATIVI

 

Sensibilità = A/(A+C)

Val. Predit. pos. = A/(A+B)

Specificità = D/(B+D)

Val. predit. neg. = D/(D+C)

Figura 1: Indici di valutazione della predittività diagnostica

Risultati

Analizziamo i risultati dello studio sintetizzati nella tabella 2. I valori ottimali dei Falsi positivi e dei Falsi Negativi dovrebbero essere il più vicino possibile allo zero. Infatti quando cerchiamo un indice predittivo di un disturbo vogliamo che questo indice individui solo i soggetti con il disturbo vero e proprio. I falsi positivi sono i soggetti individuati come a rischio e che invece non presentano nessuna difficoltà; i falsi negativi sono i soggetti che non apparivano a rischio alla nostra prova ma che invece, successivamente, evidenziano vere difficoltà di lettura e scrittura. E’ evidente che, dovendo scegliere, è più importante non avere falsi negativi rispetto a non avere falsi positivi: non individuare correttamente bambini a rischio, dal punto di vista della prevenzione, è meno importante che individuare scorrettamente come a rischio bambini che non lo sono.

A) C.F. e CORRETTEZZA

 

Difficoltà di lettura

Lettura sufficiente

C.F. -

16

7

C.F. +

8

27

F.P. = 0.25; F.N. = 0.12; Sensibilità = 0.67; Specificità = 0.61; Val. Pred. + = 0.47; Val. Pred. - = 0.77

 

B) C.F. e RAPIDITA'

 

Difficoltà di lettura

Lettura sufficiente

C.F. -

14

20

C.F. +

6

29

F.P. = 0.29; F.N. = 0.09; Sensibilità = 0.58; Specificità = 0.59; Val. Pred. + = 0.41; Val. Pred. - = 0.83

C) C.F. e COMPRENSIONE

 

Difficoltà di lettura

Lettura sufficiente

C.F. -

11

23

C.F. +

1

34

F.P. = 0.34; F.N. = 0.01; Sensibilità = 0.92; Specificità = 0.50; Val. Pred. + = 0.32; Val. Pred. - = 0.97

D) C.F. e CORR.+RAPID.+COMPR.

 

Difficoltà di lettura

Lettura sufficiente

C.F. -

7

27

C.F. +

0

35

F.P. = 0.40; F.N. = 0.00; Sensibilità = 0.00; Specificità = 0.56; Val. Pred. + = 0.21; Val. Pred. - = 0.00

Legenda: C.F. - < 39; C.F. + >=39; Rapidità - >= 141; Rapidità + < 141

Correttezza - >6; Correttezza + <= 6; Comprensione - <= 6; Comprensione + >6

 

 

Abbiamo preso come indice di difficoltà della C.F. la mediana, in analogia allo studio citato, e per le prove di Cornoldi i livelli riportati dal manuale come livelli di attenzione. Il nostro obiettivo è infatti quello di individuare i soggetti a rischio, i soggetti cioè che beneficierebbero di un training specifico all’interno della scuola materna.

Dall’analisi dei dati si vede come per la correttezza la percentuale di falsi positivi sia più elevata di quella dei falsi negativi, comunque numerosi, la sensibilità e la specificità siano approssimativamente equivalenti. Il valore di predittività dei negativi è già abbastanza alto.

Quando si prende in considerazione la rapidità di lettura la situazione migliora di poco, gli indici rimangono approssimativamente sui livelli della correttezza.

Dalla tabella della comprensione abbiamo un miglioramento netto dell’indice Valore di predittività dei negativi e un peggioramento del Valore di predittività dei positivi; migliora la sensibilità e peggiora la specificità.

La stessa situazione avviene quando prendiamo in considerazione tutti e tre gli indici contemporaneamente. La sensibilità diventa 1 e la specificità diventa 0.56

Discussione

Dai dati illustrati risulta che il valore della C.F. così calcolato è un buon indice per predire le difficoltà di lettura e scrittura osservate alla fine della prima elementare. Non c’è nessun bambino con un alto livello di Consapevolezza Fonemica che presenterà vere difficoltà di Lettura in prima elementare; ci sono invece bambini con un punteggio adeguato alla Consapevolezza Fonemica che mostreranno difficoltà settoriali di lettura e scrittura, difficoltà che probabilmente si attenueranno spontaneamente nel corso del tempo. Le differenze del nostro studio con quello di Tressoldi citato sono tutte sul diverso andamento della valutazione della comprensione; mentre nello studio di Tressoldi gli indici trovati spiegavano bene il livello raggiunto dal bambino per quanto riguardava la correttezza e la rapidità di lettura mentre erano meno soddisfacenti per la comprensione del testo; l’autore spiegava il fenomeno con l’ipotesi della specificità della consapevolezza fonemica come precursore degli aspetti strumentali della lettura e scrittura, mentre per la comprensione entrano in gioco altre variabili linguistiche, ad esempio il vocabolario e la competenza sintattica. Nel nostro studio emerge un rapporto chiaro tra consapevolezza fonemica misurata a 5 anni e comprensione del testo misurata nel corso del primo anno di scuola elementare, probabilmente perchè in questo caso le variabili che intervengono sono diverse da quelle della seconda elementare: ad aprile-maggio del primo anno di scuola, infatti, la decifrazione strumentale del testo è preponderante rispetto a qualsiasi altra abilità ed è ancora troppo presto per poter identificare con sicurezza i bambini che presentano un disturbo specifico di lettura limitandosi a prendere in considerazione i soli indici di correttezza e di rapidità.

L’ipotesi che noi facciamo è che, verso la fine della prima elementare gli aspetti strumentali della lettura siano meno stabilizzati mentre la comprensione del testo dipende fortemente dal processo di decodifica. In altre parole il bambino è in grado di capire solo se riesce a decodificare correttamente. I bambini che non posseggono elevate abilità metafonologiche hanno difficoltà ad operare la decodifica in modo naturale e semiautomatico, in modo cioè da essere in grado di comprendere il testo; quelli che, invece, impegnano tutte le loro energie sulla decodifica non riescono poi a comprendere correttamente il testo che leggono. I bambini non sono ancora in grado di utilizzare il contesto per poter arrivare alla comprensione e non sono in grado di utilizzare gli strumenti linguistici a loro disposizione perchè troppo impegnati nel processo di decodifica.

Conclusioni

Rimane il problema di individuare correttamente solo i veri positivi, di ridurre cioè il numero di falsi positivi, visto che il numero di falsi negativi è già molto basso.

Per ridurre il numero di falsi positivi, il nostro gruppo sta svolgendo una ricerca nella quale, accanto alla consapevolezza fonemica, sono stati presi in considerazione indicatori logico-linguistici e neurolinguistici che, secondo noi, dovrebbero essere in grado di affinare le capacità discriminative del nostro strumento.

Dimostrata l’importanza della validità della Consapevolezza Fonemica misurata a 5 anni come indice di rischio dell’apprendimento della lettura e scrittura ne consegue la possibilità di effettuare una corretta prevenzione dei disturbi di apprendimento attraverso un training specifico che si può effettuare già nella scuola materna; in tal caso anche se il numero dei falsi positivi è relativamente elevato il lavoro può svolgersi ugualmente bene e in modo produttivo. Il Training permetterebbe, infatti, di poter effettuare anche una valutazione "a posteriori", permetterebbe cioè alle insegnanti di evidenziare i soggetti che non riescono a sviluppare sufficienti abilità metafonologiche nonostante l’addestramento; alcuni bambini, infatti, presentano un basso livello di C.F. solo perchè non hanno avuto precedenti esperienze. I bambini che evidenziano deficit nonstante il training preventivo potrebbero beneficiare di un trattamento specialistico già alla fine dell’ultimo anno di scuola dell’infanzia o, al più tardi, all’inizio del primo anno di scuola elementare, insieme al normale svolgimento delle lezioni. In questo modo, tra l’altro, sarebbe possibile far diminuire i disturbi psicopatologici associati e/o secondari alle difficoltà di apprendimento.

Bibliografia

BROWN L., LEIGH J.E. (1986), ABI: Adaptive Behavior Inventory, Austin, Texas, PRO-ED, Trad It. (1987) Trento, Edizioni Centro Studi "M.H. Erickson";

BRYANT P., BRADLEY L. (1986), Children ‘ s Reading Problems, Psychology and Education, Oxford, Basil Blackwell Ltd - Trad It. (1996) Roma, Anicia;

CORNOLDI C., COLPO G. e GRUPPO MT (1985), Prove per la verifica e l’apprendimento della lettura, Firenze O.S.;

COSSU G. (1988), Struttura modulare e frazionabilità nella funzione verbale in età evolutiva, Saggi, 1, 25-35;

TRESSOLDI P., VIO C., NICOTRA D., CALGARO G. (1993), Validità predittiva delle difficoltà in lettura e scrittura di un test di consapevolezza fonemica, Età Evolutiva, 46, 15-26;

VIANELLO R., MARIN L.M. (1991), MS 4-8, Bergamo, Juvenilia;

 

Si forniscono le medie e le deviazioni standard della prova di consapevolezza fonemica:

Età Scuola Materna

Anni 5.4 - 5.7 Media = 43.6 - Dev. St. = 21.7

Anni 5.8 - 6.4 Media = 53.9 - Dev. St. = 21.8

La prova di fusione fonemica è ancora poco stabile

Età Inizio Prima elementare

Media = 76.07 - Dev. St. = 30.64

Si forniscono di seguito le medie e le Deviazioni Standard delle singole sottoprove. La prova di Fusione Fonemica è ancora poco stabile, presenta cioè una elevata variabilità individuale.

Suono Iniziale Media = 8.31 - Dev. St. = 2.39

Suono Finale Media = 6.10 Dev. St. = 3.33

Segmentazione Fonemica Media = 42.18 Dev. St. = 15.14

Fusione Fonemica Media = 19.22 Dev. St. = 13.37

 

PER ESAMINARE LA PROVA DI CONSAPEVOLEZZA FONEMICA

 

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