COMPETENZE NARRATIVE IN BAMBINI

IN ETA' PRESCOLARE

Indagine clinica in bambini di cinque anni

Maria Grazia Melegari, Coletta Paolucci Polidori

Lo sviluppo delle competenze narrative in bambini in età prescolare ha assunto in questi ultimi 20 anni un grande interesse nelle discipline relative all’età evolutiva.

Molti filoni di ricerca hanno affrontato la genesi delle capacità narrative privilegiando di volta in volta gli aspetti prevalentemente cognitivi o gli aspetti linguistici ed i rispettivi processi di elaborazione attivati nella comprensione e produzione del racconto.

Ricordiamo a questo proposito la "Grammatica delle storie" di Bartelett (1932), la teoria dello "script" di Shank e Abelson (1975) fino a giungere al più recente filone di ricerca che poggia sulla " teoria della mente".

Analizzare lo sviluppo del pensiero narrativo mediante la teoria della mente ha sicuramente valorizzato :

-la comprensione delle intenzioni ed emozioni dei personaggi rispetto a quella degli eventi;

-la elaborazione di rappresentazioni e metarappresentazioni relative all’articolazione degli aspetti che riguardano sia il livello delle azioni che quello delle intenzioni e delle emozioni;

-la importanza delle competenze rappresentativo-comunicative (comunicazione mentale) inerenti alla genesi delle competenze narrative e non solo quelle precipuamente cognitivo-concettuali.

Narrare significa infatti, integrare mentalmente due diversi piani rappresentativi:

quello delle azioni e degli eventi organizzati in una sequenza temporo-causale e quella delle intenzioni , dei sentimenti, delle emozioni dei personaggi oltre che del narratore stesso.

Comprendere un racconto significa filtrare ed integrare le rappresentazioni ed il mondo rappresentazionale del narratore con quello dell’ascoltatore.

Entrambi i processi della comprensione e della narrazione sono mediati dallo sviluppo simbolico e linguistico posseduto dal narratore e dall’ascoltatore.

Indipendentemente dagli aspetti maggiormente valorizzati (linguistici o cognitivi), tutti gli autori sono concordi nel riconoscere nella competenza narrativa una tappa evolutiva determinante nella organizzazione del pensiero logico e della capacità di ragionamento verbale.

Non è, tuttavia, nostro obbiettivo addentrarci nel dibattito tuttora aperto sulle ipotesi genetiche relative alla nascita delle competenze narrative, bensì presentare un lavoro di ricerca che il Servizio Area della Tutela della Salute Mentale e Riabilitazione dell’Età Evolutiva della ASL RM/A ha svolto,nell’ambito di un progetto di screeening e di individuazione precoce dei disturbi di apprendimento.rivolto a bambini compresi nella fascia d’età tra i cinque ed i sei anni.

Questa ricerca è stata condotta nelle scuole materne del primo Distretto della ASL RM/A (corrispondente alla I circoscrizione) e in alcune scuole materne della provincia (Colleferro e Artena).

I bambini coinvolti nello screening erano tutti dell’ultimo anno di scuola materna.

In totale sono stati sottoposti alla prova 333 bambini, di cui 244 di Roma e 89 della provincia (39 Colleferro e 50 Artena).

La scelta della prova relativa alla competenza narrativa e delle altre prove relative allo sviluppo di funzioni linguistiche specifiche, è giustificata da motivi di natura clinica e teorica:

· esiste una stretta correlazione, ampiamente riportata dalla letteratura, tra acquisizione della lingua scritta e organizzazione delle competenze l

· linguistiche;

· da alcuni anni, le ricerche sull’argomento hanno dimostrato come le competenze linguistiche possiedono un diverso peso predittivo a seconda del momento evolutivo in cui vengono esaminate;

· la competenza narrativa è la funzione linguistica elettiva emergente intorno ai 5-6 anni, l’integrazione ed il controllo di strutture morfosintattiche mature ed articolate e lo sviluppo delle competenze cognitive e rappresentative raggiunte in tale fascia d’età permettono sia la comprensione delle relazioni logico causali e temporali che legano gli avvenimenti della storia sia la loro esplicitazione linguistica organizzata in strutture di tipo narrativo.

Modalità di somministrazione della prova

Il racconto da noi scelto, ripreso da un lavoro di Gobbo, si articola in 7 periodi composti da 19 frasi di cui 7 principali, 6 coordinate (tra cui una avversativa) e 6 subordinate (2 relative, 1 oggettiva, 2 causali, 1 finale).

La complessità sintattica è equamente distribuita in tutto il testo mentre la complessità logica è prevalentemente presente nella seconda parte della racconto. In quest’ultima, Infatti, il nesso logico che lega gli eventi della storia è difficilmente inferibile in quanto implicito.

La prova di racconto orale veniva somministrata individualmente. Veniva letto al bambino una breve storia e, dopo l’ascolto, gli si chiedeva di raccontarla. Nel corso della ripetizione l’operatore annotava fedelmente tutto ciò che il bambino riferiva, e poi, indipendentemente dalla bontà della prestazione, venivano effettuate delle domande per verificare il grado di comprensione della storia.

La prestazione dei bambini è stata valutata secondo i due aspetti della produzione e della comprensione.

Data la diversa complessità logica, nella elaborazione dei dati abbiamo suddiviso la storia in due parti: la prima relativa all’ambiente, ai personaggi ed agli eventi preparatori al nucleo centrale del racconto, la seconda relativa a quella parte del testo che conteneva maggiore complessità inferenziale.

Per ogni emiparte si è proceduto alla analisi dei contenuti semantici prodotti, e del livello di comprensione. La complessità sintattica espressa, in coordinate e principali e subordinate, è stata analizzata indipendentemente dalla suddivisione del testo.

La valutazione dei protocolli è stata formulata mediante un punteggio arbitrario al fine di poter effettuare una analisi statistica.

La comprensione è stata analizzata. mediante sei domande che miravano a valutare quanto il bambino avesse compreso gli elementi più significativi del racconto (personaggi, eventi) ed i nessi temporali e causali che legavano gli eventi della storia:

Veniva dato un punteggio 0 1 2 alla prima domanda inerente ai personaggi del racconto a seconda se il bambino dava una risposta nulla, incompleta ,completa;un punteggio-1- 0 alle successive 4 domande a seconda se il bambino aveva dato una risposta corretta o meno. Per l’ultima domanda relativa al nucleo centrale della storia il punteggio andava da 0 a 2 precisamente:

0 per risposta inesatta;

1 per risposta corretta senza però• esplicitare la relazione causale sottintesa;

2 per una risposta esplicita della relazione causale.

Il massimo del punteggio era 8 il minimo 0.

La prova di produzione semantica è stata calcolata in base alla quantità di informazioni riportate nel racconto dal bambino. Gli elementi semantici contenuti nel racconto erano 19.Abbiamo dato un punto per ogni elemento semantico prodotto.

Il massimo del punteggio era quindi 19 il minimo 0.

La complessità sintattica veniva così valutata:

1 punto per ogni principale e coordinata e subordinata prodotta.

Analisi dei dati

Ad un primo livello di analisi abbiamo individuato la distribuzione di frequenza per la popolazione generale relativa sia alla produzione che alla comprensione.

La distribuzione di frequenza relativa alla produzione assume una forma asimmetrica con una concentrazione dei casi intorno ai valori medio bassi della prova X=7,6 ds=3,9 75%=10, 25%=4.

Complessivamente la prova di produzione del racconto risulta difficile per i bambini della fascia d’età presa in considerazione in quanto evidenzia una scarsa capacità discriminativa tra un livello intermedio ed uno basso mentre risulta in grado di discriminare in modo adeguato il livello alto.

Il test dell’Analisi della varianza, per il fattore età (abbiamo suddiviso la popolazione in due gruppi ,un primo gruppo di bambini la cui età oscillava tra i 5 ed i5,6 ed un secondo gruppo di bambini la cui età oscillava tra 5,7 ed i 6,2), evidenzia che il secondo gruppo ottiene un punteggio significativamente superiore rispetto al gruppo dei più piccoli.

La distribuzione di frequenza relativa alla comprensione assume una forma lievemente asimmetrica con una concentrazione dei casi intorno ai valori medio alti della prova X= 5 ds= 1,5.

All’analisi della varianza per il fattore età i bambini più grandi ottengono punteggi lievemente superiori rispetto ai bambini più piccoli; nei primi ,infatti la distribuzione delle frequenze è spostata verso i valori alti nei secondi la maggiore concentrazione si mantiene nei valori medio-alti..

Ad una prima lettura dei dati emerge che, anche se la comprensione e la produzione globalmente aumentano con l’età; le due competenze non presentano un andamento evolutivo parallelo e precisamente:

· tra i bambini che presentano una comprensione al di sotto di una deviazione standard; circa la metà ha una produzione contenuto nella media;

· alcuni bambini presentano una comprensione discreta ma una produzione bassa; i bambini con questo tipo di profilo appartengono prevalentemente alla fascia d’età dei più piccoli.

Un gruppo corposo di bambini presenta una produzione globalmente discreta ed una comprensione buona ma limitata alla parte della storia a minore complessità inferenziale.

Solo il 26% della popolazione da noi esaminata possiede una comprensione piena della storia. Questa competenza risulta indipendente dal fattore età.

In sintesi, nella fascia d’età presa in considerazione è presente un gruppo di bambini che controlla un numero di unità semantiche medio basso ma non controlla sufficientemente la comprensione del testo nella sua globalità;

· un gruppo di bambini che possiede una discreta comprensione del testo ma non è tuttavia in grado di esplicitare una struttura una narrativa della storia.

· un gruppo di bambini che possiede comprensione e produzione nella media ma non è in grado di operare inferenze implicite nel testo.

Questa prima analisi dei dati stimola alcuni interrogativi interessanti:

Come si integrano nel corso dello sviluppo comprensione e produzione narrativa?

Quali processi, quali meccanismi e quali strategie cognitive e linguistiche vengono attivati nel controllo della competenza narrativa?

Per rispondere a questi quesiti abbiamo eseguito preliminarmente un’analisi fattoriale di tutte le sottovariabili, che ha evidenziato la presenza di due grossi fattori molto stabili.

La stabilità del primo fattore è sostenuta dai rapporti stretti che legano la comprensione del testo (1° e 2° parte) con la produzione semantica della parte della storia a maggiore complessità inferenziale.

La stabilità del secondo fattore è sostenuta dai rapporti che legano la produzione semantica a minore valenza inferenziale con le strutture sintattiche.

Questi fattori risultano invariati anche in relazione all’età.

Se confrontiamo i dati ricavati dall’analisi fattoriale con quelli relativi alla distribuzione di frequenza possiamo affermare che nei bambini da noi presi in considerazione, l’andamento delle singole competenze (produzione e comprensione) assume un carattere evolutivo: ma i processi che sottendono alle relazioni tra le esse sono indipendenti dall’età.

Vediamo di formulare alcune ipotesi teoriche in base ai dati a nostra disposizione:

· la comprensione di una storia si costruisce sulla capacità di selezionare unità referenziali in base ai rapporti semantici che esse instaurano tra frasi diverse ma che partecipano tutte dello stesso processo inferenziale; maggiore è la complessità cognitiva, maggiore è la difficoltà di controllo semantico, maggiore diventa il legame tra processi inferenziali ed elementi referenziali.

· la correlazione tra produzione degli elementi semantici relativi alla seconda metà e la comprensione totale fanno ipotizzare che in questa fascia d’età, l’integrazione logico-linguistica nasce dalla capacità di attivare meccanismi inferenziali alle informazione semantiche in entrata dotate di maggiore coesione causale e coerenza logica.

· l’alta correlazione presente tra la comprensione della prima e seconda metà testimonia che i meccanismi e le strutture che caratterizzano il processamento logico di una storia sono altamente specifici e parzialmente indipendenti dal livello di comprensione raggiunta per singoli eventi. e dal livello di maturità delle competenze linguistiche possedute:

Quanto sopra è confermato dalla forte correlazione tra produzione di elementi semantici della prima metà del racconto e strutture morfosintattiche presenti in un fattore distinto da quello che comprende la comprensione.

La mancanza di correlazioni tra le comprensione e produzione in contrasto con l’andamento evolutivo che esse assumono se analizzate singolarmente in funzione dell’età, ci permette di ipotizzare che un altro fattore influenzi in modo determinante i loro rapporti e che questo possa essere la comprensione stessa..

Al fine di trovare una risposta alla nostra ipotesi e capire meglio i rapporti intrinseci tra comprensione e produzione abbiamo selezionato popolazioni definite in base al livello di comprensione raggiunta.

La metodologia di analisi utilizzata si è basata su un lavoro combinato di valutazione dei profili specifici che caratterizzavano i gruppi da noi selezionati e di indagine statistica dei dati ad essi relativi.

Le possibili relazioni che la comprensione instaura con le altre competenze e i diversi andamenti che ogni competenza presenta in relazione ai differenti livelli di comprensione e rispetto all’età sono state valutate mediante una analisi del R-quadro.

La reciproca interdipendenza tra le diverse competenze esaminate è stata analizzata attraverso una analisi di regressione.

Infine abbiamo costruito degli istogrammi che ci permettono di confrontare le medie dei punteggi raggiunti nelle varie competenze rispetto alla comprensione.

Al test R-quadro la comprensione presenta una correlazione positiva significativa con le altre competenze limitatamente alla fascia di bambini che hanno fornito una ottima prestazione alla prova di comprensione.

Il confronto tra i gruppi costruiti in base al livello di comprensione .ci permette di capire meglio i risultati dell’indagine statistica.

Abbiamo quindi diviso la popolazione in tre gruppi in base al livello di comprensione raggiunta e precisamente:

· bambini con scarsa comprensione, in quanto hanno fornito una prestazione alla prova di comprensione pari od inferiore al 25%;

· bambini con comprensione nella media buona ,tra il 25% ed il 75%;

· bambini con comprensione ottima al di sopra del 75%.

In base all’analisi dei profili che caratterizzavano i tre diversi gruppi, abbiamo cercato di individuare dei parametri utili per valutare la prestazione narrativa dei bambini e per comprendere meglio le strategie che bambini con diverso livello di comprensione adottano per affrontare l’elaborazione di un racconto.

Il confronto tra i gruppi costruiti in base al livello di comprensione si è dimostrato notevolmente interessante.

I bambini con comprensione pari od al di sotto del 10% producono un numero di elementi semantici molto poco espanso (1-2 unita) ed un uso di strutture morfosintattiche elementari (S.V.O.); la loro produzione ,quando abbondante è prevalentemente incongrua rispetto al contenuto del racconto; qualitativamente gli elementi prodotti corrispondono a singole unità informative(soggetti, azioni)inserite all’interno di eventi inesistenti nel racconto. Anche le risposte fornite alla prova di comprensione sono inadeguate al contenuto del testo.

I bambini che presentano una comprensione pari al 25% forniscono raramente una produzione incongrua ma è limitata a singoli eventi; gli elementi prodotti sono per la maggior parte relativi alla parte del racconto a bassa complessità inferenziale, l’organizzazione del racconto è in relazione al livello di maturità delle strutture sintattiche possedute dal singolo bambino.

Le loro prestazioni sono estremamente disomogenee; nella maggior parte dei loro racconti manca una struttura narrativa organizzata; a seconda del prevalere dell’una o dell’altra strategia di processamento assistiamo o alla presenza di elementi semantici disarticolati sul piano sintattico e privi di coesione logica, o alla presenza di strutture sintattiche mature che riferiscono due tre eventi scarsamente interrelati e poco significativi sul piano inferenziale Nei bambini appartenenti a questo gruppo che presentano una produzione adeguata. la migliore prestazione sembra poggiarsi su processi di decodifica e codifica sintattica matura.

I bambini più grandi che rientrano in questo primo gruppo presentano una flessione maggiore di unità semantiche prodotte rispetto ai piccoli.

In sintesi, la produzione narrativa dei bambini con bassa comprensione sembra caratterizzarsi sul controllo cognitivo di singole unità semantiche scarsamente articolate tra loro sulla base di una relazione temporo-causale che lega gli eventi della storia, il livello di organizzazione del racconto è in relazione al livello di maturità delle strutture linguistiche possedute dal singolo soggetto. I bambini più grandi appaiono entrare maggiormente in crisi di fronte alla presa di coscienza dello scarso controllo della comprensione del testo, la riduzione di contenuti semantici prodotti rispetto ai piccoli sembra in relazione alla percezione della incongruenza tra strutture linguistiche disponibili e meccanismi inferenziali inadeguati.

Le considerazioni formulate sono coerenti con i dati dell’analisi della regressione in cui si evidenzia una reciproca interdipendenza tra la comprensione, gli elementi semantici relativi alla prima parte del racconto e le strutture sintattiche, tuttavia queste tre competenze non hanno nessun rapporto di interdipendenza con la produzione di elementi semantici riguardanti la parte a maggiore complessità inferenziale.

Se rileggiamo questi dati alla luce dell’analisi fattoriale applicata su tutti i bambini in cui emergeva una stretta correlazione tra produzione della seconda metà e comprensione della storia possiamo affermare che la prestazione narrativa di questi bambini è sostenuta da meccanismi ancora immaturi di feedback cognitivo linguistico.

Il secondo gruppo è rappresentato da quei bambini che possiedono un discreto livello di comprensione senza tuttavia controllare pienamente la relazione causale presente nel nucleo centrale della storia. Questo gruppo fornisce le maggiori informazioni circa i rapporti che si vengono ad instaurare tra comprensione e produzione.

Gli elementi più significativi in relazione all’aumentare della comprensione sono:

· una produzione di elementi semantici globalmente superiore a quella dei bambini della fascia precedente;

· un aumento significativo della produzione semantica relativa alla parte della storia a maggiore complessità inferenziale anche se non sempre esiste corrispondenza tra espansione degli elementi semantici e comprensione piena della storia;

· una espansione delle strutture sintattiche più mature (subordinate) in relazione all’espansione degli elementi semantici relativi ad entrambi le parti del racconto;

· una struttura del racconto ben organizzata che rispecchia la successione temporale degli eventi.

In altri termini, questi bambini sono in grado di organizzare una narrazione rispettando la sequenza logico-temporale degli eventi; pur non comprendendo pienamente la storia, la strategia cognitiva che loro adottano limitatamente alla parte del racconto a maggiore complessità inferenziale è quella di selezionare unità semantiche sulla base di un controllo sequenziale degli eventi entro cui è possibile attivare ipotesi causali aperte

Quanto sopra è confermato dalle risposte fornite alle domande di comprensione relative alla seconda parte del racconto che, anche se non sempre congrue, presentano una loro logicità.

Nei bambini appartenenti a questo gruppo che presentano una scarsa produzione narrativa il conflitto sembra giocarsi prevalentemente sulla difficoltà ad adattare strutture linguistiche (semantiche e sintattiche) articolate alla comprensione comunque posseduta.

E’ presumibile che la non completa padronanza della comprensione degli aspetti inferenziali , in questo specifico gruppo di bambini sia in relazione anche alla difficoltà sintattica del testo.

La comparazione per fasce di età tra i bambini appartenenti a questo gruppo evidenzia un andamento evolutivo sebbene contenuto di tutte le competenze da noi prese in considerazione (produzione contenuto, complessità sintattica).

Il gruppo di bambini che possiedono una comprensione piena della storia alcuni dei quali con una produzione esplicita, alla domanda di comprensione, della relazione logico-causale degli eventi, si caratterizzano per il seguente profilo;

· una produzione contenuto globalmente elevata (> al 75%). Sono percentualmente molto pochi i bambini che forniscono una prestazione inferiore alla media ed appartengono al gruppo dei piccoli) con una espansione notevole degli elementi semantici relativi alla parte della storia più complessa sul piano cognitivo.

L’uso di subordinate è prodotto da quasi tutti i bambini la maggiore o minore presenza di esse rimane una variabile individuale.

In questo gruppo non si evidenziano sostanziali differenze tra i bambini più piccoli e più grandi l’ottima prestazione è in relazione al livello di maturità cognitiva e linguistica del bambino.

L’analisi fattoriale delle competenze relative a questo gruppo di bambini evidenzia due aspetti importanti:

· la presenza di un fattore che correla significativamente la produzione della seconda metà con la comprensione della prima metà;

· la presenza di unsecondo fattore in cui la competenza sintattica costituita dalle subordinate assume un peso fattoriale maggiore rispetto agli elementi semantici.

L’analisi di regressione conferma la stretta interdipendenza che le strutture sintattiche assumono con la comprensione e la produzione semantica di tutto il racconto. Quanto sopra sta a testimoniare nei bambini più bravi, una doppia strategia di processamento di una storia , precisamente:

· la costituzione di una rete di relazioni temporo-causali multiple che legano gli eventi contenuti nella storia a partire da quegli elementi semantici a maggiore coerenza logica:

· l’utilizzazione di strutture linguistiche complesse sul piano sintattico che meglio esplicitano la temporalità e la causalità degli eventi e la intenzionalità dei personaggi presenti nel racconto.

Conclusioni

La nostra casistica non può essere considerata un campione rappresentativo della popolazione generale, tuttavia, la prova di racconto orale da noi scelta si è dimostrata significativa sia per formulare ipotesi predittive sulle possibilità di apprendimento della letto-scrittura sia per comprendere meglio le relazioni tra strutture cognitive e strutture linguistiche nella competenza narrativa.

La comprensione si à rivelata la variabile discriminante più valida per la costituzione di profili di livello utilizzati per la nostra indagine.

Dall’elaborazione del materiale a nostra disposizione possiamo formulare le seguenti riflessioni:

A diversi livelli di comprensione e di produzione corrispondono diversi livelli strutturali di integrazione logico-linguistica: in relazione agli equilibri/squilibri che si instaurano tra i processi cognitivi e linguistici implicati nelle competenze narrative.

I rapporti tra comprensione e produzione si giocano su continue operazioni di shifting tra ipotesi inferenziali aperte e strutture linguistiche attivate; i punti intersezione sui quali queste due competenze si saldano sono da una parte la selezione di contenuti semantici più significativi che meglio definiscono le relazioni temporo-causali degli eventi dall’altra l’attivazione di strutture linguistiche che meglio esplicitano i rapporti inferenziali che caratterizzano la struttura del racconto.

I dati più significativi emersi dall’analisi dei profili e dell’indagine statistica sono:

· la produzione narrativa cresce proporzionalmente all’aumentare della comprensione del testo;

· l’attivazione di processi inferenziali in atto si esprime attraverso l’espansione di elementi semantici relativi al nucleo centrale del racconto indipendentemente dalla comprensione piena del testo; infatti, la variabile linguistica che meglio discrimina i livelli di comprensione è la produzione degli elementi semantici a maggiore valenza inferenziale;

· la comprensione delle relazioni temporo-causali che concatenano gli eventi della storia influenza significativamente l’attivazione delle strutture sintattiche più mature possedute dai bambini di questa fascia d’età;

· la maggior parte dei bambini da noi valutati possiedono strutture inferenziali e linguistiche mature e stanno lavorando precipuamente su processi di integrazione logico-linguistica della struttura narrativa ; ciò è evidente anche per quei bambini che forniscono alla prova di comprensione una prestazione buona ma non ottimale al nostro racconto, in quanto le strategie attivate (selezione di elementi semantici più significativi l’attivazione di ipotesi inferenziali aperte comunque logiche anche se incongrue rispetto al testo ) testimoniano la presenza di strutture mature di processing delle competenze narrative.

La capacità di esprimere ipotesi inferenziali aperte relative ad azioni, eventi ed intenzioni non sempre espliciti nel testo, nei bambini con buon livello di comprensione, fanno presupporre che lo sviluppo della comprensione sia strettamente correlato con lo sviluppo di operazioni metacognitive attivate nella comprensione stessa.

Sulla base delle prestazioni fornite sia alla prova di comprensione e di produzione e sulla loro modalità di integrazione ricavata dai profili esaminati abbiamo selezionato tre popolazioni che a nostro parere richiedono una particolare attenzione e precisamente:

· i bambini che hanno fornito globalmente una prestazione inadeguata (al di sotto del 10%) in comprensione ed inadeguata o limite alla prova di produzione .e che corrispondono a circa il 6,7% della popolazione esaminata sono a nostro parere bambini a rischio per un successivo disturbo di apprendimento.

Questi bambini si caratterizzano per una doppia difficoltà: da una parte possiedono operazioni e strutture logiche immature che non permettono di elaborare inferenzialmente le informazioni in entrata, dall’altra padroneggiano poco e male processi più specificatamente linguistici di passaggio ed integrazione tra strutture superficiali e strutture profonde del racconto.

Quei bambini che presentano una comprensione ai limiti (dal 10 al 25%) ed una produzione inadeguata o limite e che corrispondono al 12,6% della popolazione esaminata sono a nostro parere bambini che devono essere sottoposti a successivi controlli per tutto il primo anno di scuola elementare.

I bambini che hanno fornito una produzione adeguata ma una comprensione a limite, e che corrispondono all’15,8% della popolazione esaminata e quei bambini che hanno una comprensione adeguata a cui non corrisponde una altrettanta adeguata produzione e che corrisponde al 9,1% della popolazione esaminata, richiedono a nostro parere una indagine più approfondita al fine di valutare quanto la insufficiente prestazione rientri in un problema maturativo o sia invece l’espressione di un disturbo settoriale, (prevalentemente cognitivo nei primi, linguistico nei secondi) che la prestazione narrativa ha evidenziato.

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