Uso dei filtri colorati Tintavision nel recupero dei ragazzi dislessici

Roberto Iozzino, Marzia Marina Mercuri, Francesca Nardi, Antonella Stefanucci, Claudio Valente

ASL RM/A, U.O. Tutela della Salute Mentale e Riabilitazione per l’Età Evolutiva

Centro per i Disturbi Cognitivi e del Linguaggio

 

Numerose ricerche negli ultimi anni hanno formulato l'ipotesi che l'uso di filtri colorati possa aiutare le persone con difficoltà di lettura. L'assunto di partenza è che numerosi individui sono sensibili a forti contrasti visivi tra nero e bianco e hanno difficoltà nella lettura, percependo i caratteri come instabili e sfocati.

Questa difficoltà è stata chiamata da Irlen "scotopic sensitivity syndrome". Partendo dall'esame, nei dislessici, dei bastoncelli e dei coni presenti nella retina, si è appurato che la loro distribuzione è differente (Grosser,1989) e che essi fanno maggior uso di informazioni parafoveali rispetto ai lettori normali (Geiger, 1987).

Whiting (1989-1993) ha distinto cinque diversi gruppi di difficoltà in soggetti che affermano di avere questi problemi:

  1.  
  2. FOTOFOBIA, cioè il percepire il foglio bianco quasi luminoso, e che perciò impedisce la visione nitida dei caratteri e disturba l'attenzione del lettore.
  3.  
  4. RISOLUZIONE VISIVA, cioè il percepire i caratteri di stampa distorti in vari modi.
  5.  
  6. RESTRIZIONE DEL FUOCO, cioè avere la percezione di una piccola parte del testo (una sola lettera o parola alla volta).
  7.  
  8. SOSTENERE IL FUOCO, cioè non riuscire a mantenere un'immagine chiara del testo, che, dopo un breve periodo, appare come una macchia.
  9.  
  10. AFFATICAMENTO DEGLI OCCHI, cioè sentire gli occhi stanchi anche dopo un breve periodo di lettura.

Meares (1980) afferma che i dislessici soffrono di distorsioni visive durante la lettura.

Rifacendosi a tali studi Irlen afferma che alcune di queste possono essere mitigate dall'uso di filtri colorati applicati sopra il testo. ha sperimentato questo metodo su una serie di adulti presso l'Università della California, con risultati positivi. Altri esami compiuti in Australia confermano questi dati (Whiting, 1988).

Un utile riepilogo dello stato stato attuale di queste ricerche sui filtri di Irlen fino al 1990 è "Lea and Hailey".

In ogni caso compiere ricerche oggettive in questo campo non è facile; non si può infatti quantificare il reale impegno dei soggetti nel migliorare, e l'unico dato su cui basarsi per stabilire il colore appropriato sono le parole del soggetto stesso:

Un'altra difficoltà dipende dal fatto che mancano ragioni teoriche certe per cui l'uso di filtri colorati può migliorare l'abilità di lettura. In ogni caso, studi recenti (1992) hanno avvalorato l'ipotesi che i filtri colorati modifichino il modo in cui i segnali visivi sono trasmessi dalla retina al cervello.

 

UNO SGUARDO AD ALCUNE RICERCHE

Whiting(1988) e Whiting e Robinson(1988) hanno seguito circa 465 pazienti a cui avevano offerto i filtri colorati come trattamento per i problemi di lettura. I problemi considerati erano: fluidità, concentrazione comprensione, stanchezza degli occhi, confusione visiva, tendenza a saltare le righe.

Dopo 12 mesi i ricercatori hanno chiesto ai soggetti di rispondere a un questionario per verificare se essi avevano riscontrato miglioramenti dopo l'uso dei filtri. Le domande riguardavano anche l'abilità di scrittura, il sillabare e la stanchezza. I miglioramenti venivano classificati secondo tre criteri: "nessuno", "alcuno", "tanto". Solo chi mostrava di aver avuto benefici almeno in tre aree di difficoltà, veniva considerato "molto migliorato" grazie all'uso dei filtri; chi aveva avuto giovamenti in meno di tre aspetti era valutato come "qualche miglioramento". Alcuni non sono migliorati affatto.

Dei 213 questionari esaminati, il 93% era migliorato dal momento dell'uso dei filtri, il 57% sperimentava un ampio miglioramento, specie nella fluidità, nella stanchezza degli occhi, nella concentrazione e nella comprensione. L'area con minore vantaggio si è rivelata la capacità di scrittura: il 28% degli interessati non ha registrato cambiamenti, mentre il 14% ha affermato di non aver avuto problemi in questo campo. Comunque la scrittura richiede anche un'abilità motoria, dunque si può ipotizzare che i miglioramenti nella percezione visiva non hanno grandi effetti sulla capacità di scrittura.

Stokes e Stokes (1990) hanno esaminato 160 soggetti in Louisiana, Alabama e Mississippi che hanno provato i filtri per almeno tre mesi. Tra questi, 69 hanno risposto al questionario: il 7% afferma di non aver avuto miglioramenti; il93% ha detto che i filtri hanno sicuramente giovato. I miglioramenti sono stati anche riferiti nell'incidenza dei mal di testa durante la lettura (il 49% non ha più avuto questo problema) e della sonnolenza ( non si è più manifestata nel 67% dei soggetti).

Burges (1991) ha continuato ed ampliato lo studio di Whiting e Robinson, con un campione di 306 soggetti scelti a caso da una popolazione clinica di 1.500 persone, a Canberra. Ella ha ottenuto 175 risposte raggiungendo risultati molto simili a quelli di Robinson e Whiting. Ha inoltre introdotto domande sui miglioramenti nella matematica, percezione profonda, coordinazione e difficoltà motorie. Il 48% ha avuto miglioramenti in matematica, il 41% nella percezione profonda ed il 24% nelle difficoltà motorie.

In generale ella ha constatato che l' 83% ha avuto grandi miglioramenti in seguito all'uso dei filtri di Irlen, soprattutto nella difficoltà di lettura (91%), stanchezza degli occhi (87%), scorrevolezza (85%). Anche la tendenza a saltare le righe e la confusione visiva hanno subito significativi miglioramenti.

Westergard (1993) ha esaminato 149 soggetti in Washington, Idaho, Montana ed Oregon, che avevano usato i filtri di Irlen per 36 mesi. Di queste persone, il 61% ha avuto grande aiuto dall'uso dei filtri; l'87% afferma di aver tratto qualche beneficio da essi. Solamente il 7% dichiara di non aver avuto alcun miglioramento. Un altro 7% non ha voluto usare i filtri colorati.

In questo studio l'area in cui si sono registrati i maggiori miglioramenti è quella della stanchezza visiva, seguita dalla difficoltà di lettura, dalla concentrazione, dalla fluidità, dal saltare le righe ed infine dalla confusione visiva.

TINTAVISION

Il professor Wilkins, dell'Università di Cambridge, ha mostrato che molte persone che leggono con difficoltà soffrono di un problema fisiologico, dipendente dal modo in cui la Corteccia Visiva nel cervello elabora i dati che le arrivano dagli occhi.

L'equilibrio dei colori percepiti dall'occhio influenza il processo di elaborazione dei dati da parte della corteccia visiva (T.test 99.98%).

Oggi è possibile aggiustare il "miscuglio" delle lunghezze d'onda dei vari colori che colpiscono gli occhi, usando opportuni filtri.

In questa direzione si sono indirizzati gli studi della TINTAVISION che ha creato una serie di filtri colorati, "PRECISION TINTED OVERLAY", ampliando la gamma di colori proposta da Irlen. Le persone "sensibili al colore" potranno sperimentare, usando tali filtri, una riduzione dei loro problemi di lettura, perché il cervello diventa più rapido e preciso nell'elaborare i dati.

Come fare per stabilire chi è "sensibile al colore" e può trarre giovamento dall'uso degli OVERLAY? Questo disturbo visivo porta alla riduzione della velocità di lettura e alla diminuzione della quantità di lettura nella vita di una persona; ciò causa spesso insuccessi scolastici e una precoce interruzione del corso degli studi. Perciò è importantissimo che il disturbo visivo sia riconosciuto, diagnosticato e corretto con un'apposita prescrizione.

Tutti coloro che leggono con difficoltà, soffrono di mal di testa, di eccessivo affaticamento degli occhi; alcuni riescono a leggere solo lentamente o per poco tempo: queste persone possono sottoporsi ad uno specifico test, somministrato da uno specialista.

La TINTAVISION ha infatti, messo a punto un test per individuare i soggetti interessati e per stabilire il colore più adatto ad ognuno. Nei tre anni trascorsi da quando ha iniziato ad usare gli overlays, la TINTAVISION ha osservato che:

La TINTAVISION ha cercato di fornire un quadro dei disturbi lamentati dalle persone sensibili al colore, che possono migliorare con l'uso dei filtri colorati:

Abbiamo tradotto e adattato all’italiano il test per la scelta del colore adatto. La procedura inizia con una discussione generale con gli esaminati sulle loro esperienze con il testo scritto. Devono essere incoraggiati a parlare di qualsiasi loro disagio della visione.

Si deve compilare un foglio dati con i dati generali del soggetto, la storia precedente, l’eventuale precedente uso di filtri colorati. Si prende nota dell’acuità visiva ed, eventualmente, si consiglia una visita ortottica per la valutazione della convergenza e delle forie.

Successivamente si fa vedere il foglio per il test e si chiede all’esaminato se vede delle parole. Il foglio è stato adattato all’italiano ed è composto di due colonne identiche, simmetriche lungo la linea centrale, con scritte brevi non parole assomiglianti a parole della lingua italiana.

Si passa poi alla fase della scelta del colore più adatto al soggetto. Si posiziona il filtro colorato, scelto secondo un preciso ordine, in una colonna del foglio e si chiede di indicare la parte del foglio nella quale il ragazzo vede le lettere in modo più chiaro, più definito. La parte può essere quella bianca o quella colorata. Si procede in questo modo usando tutti i colori possibili e poi si passa ad un confronto tra i vari colori scelti.

Arrivati alla definizione di un solo colore si effettua una ulteriore scelta tra il colore scelto e una combinazione di colori composta da quello così identificato più altri, accuratamente codificati, vicini per tonalità a quello scelto. Si arriva così, in conclusione, alla scelta di un colore o di una combinazione di colori.

Si passa così alla fase del test vero e proprio. Il soggetto deve leggere una lista di parole (la lista è formata da 150 parole brevi che si ripetono in ogni riga, con un ordine diverso ad ogni riga, nel tempo massimo di un minuto. Si registra il tempo e il numero di errori. Ci sono quattro liste diverse, sempre formate dalle stesse parole posizionate con un ordine diverso. La lista A viene letta con il filtro, le liste B e C sono lette senza filtro, infine la lista D di nuovo con il filtro. Tra la prima e la seconda lettura generalmente c’è un effetto apprendimento, cioè la seconda lista è letta più velocemente della prima; tra la lista B e la C l’effetto apprendimento non si nota più e, spesso, c’è una regressione dovuta all’effetto stanchezza. Tra la lista C e la D si registrano le differenze come incremento della velocità di lettura con l’uso dei filtri e l’eventuale decremento del numero di errori.

Il campione era formato da 39 ragazzi di età media 11.2, range 8-13, QI medio 100.85, range 91-122

Nel nostro campione, di cui riferiamo i primi risultati, sono state osservate le seguente scelte di colori

Varie tonalità di azzurro

12 soggetti

Giallo e arancio

6 soggetti

Rosa

3 soggetti

Varie tonalità di verde

2 soggetti

I risultati del guadagno nelle prestazioni è stato il seguente:

 

 

Numero soggetti

Percentuale

Velocità + Correttezza

5

13%

Solo Velocità

5

13%

Solo Correttezza

13

33%

TOTALE

23

59%

 

CONCLUSIONI

Abbiamo visto che l’uso appropriato di filtri colorati di precisione aiuta molti ragazzi dislessici a ridurre le difficoltà ed aumentare le prestazioni.

Un effetto secondario, non quantificabile ma riferito dai ragazzi che hanno usato il filtro è l’aumento dei tempi di attenzione e la riduzione dell’affaticamento nello studio.

Un vantaggio non trascurabile è il fatto che il miglioramento è immediato e si ottiene attraverso l’uso di uno strumento di bassissimo costo. Ovviamente non è pensabile che il trattamento della dislessia, anche nel migliore dei casi, in quello che dà il massimo guadagno, si limiti solamente l’uso dei filtri colorati. Va effettuato un trattamento neuropsicologico utilizzando tutte le tecniche utili al miglioramento della lettura.

La nostra esperienza ci porta a dare indicazione per l’uso degli overlays quando notiamo un miglioramento delle prestazioni in rapidità e correttezza o solo in rapidità. Non consigliamo i filtri, seguendo le indicazioni originali della Tintavision, quando migliora solo la corretteza. Il cut-off per diagnosticare un miglioramento delle prestazioni è un incremento del 16% nella velocità e un 40% nella correttezza. Il range del miglioramento della velocità è 16-35% e il range del miglioramento della correttezza è del 40-100%.

Il campione è, allo stato attuale, molto più numeroso; ci siamo proposti di verificare se i ragazzi che beneficiano dei filtri colorati possano essere identificati come un sottogruppo specifico che si differenzia da altri sottogruppi di dislesici.

La scelta del filtro colorato deve essere fatto da personale specializzato appositamente formato; la scelta va rivista, in un primo tempo, ogni tre mesi perché potrebbero esserci variazioni del colore usato. Successivamente al primo anno è sufficiente fare una valutazione ogni sei mesi.

Il tempo per l’esecuzione del test completo è di circa mezz’ora; nel nostro Centro effettuiamo il test all’interno del protocollo di valutazione standard dei ragazzi dislessici.

 

BIBLIOGRAFIA

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