LE CARTE ELETTRONICHE

di Claudia Ciampi

Introduzione

 

La carta elettronica rappresenta oggi uno dei simboli più interessanti della cosiddetta "società moderna", costituendo un comodo mezzo di accesso alle più diverse operazioni di acquisto di beni e servizi, tramite il semplice scambio di informazioni.

Le carte di pagamento permettono quindi di effettuare veloci transazioni e sono uno tra gli svariati mezzi attraverso cui può essere attuato un Trasferimento Elettronico di Fondi. Ci sono carte utilizzate per effettuare pagamenti in tempo reale, addebitando il conto del titolare (cosiddetti E.F.T. "on-line"), altre che consentono il saldo delle operazioni di pagamento, effettuate nell’arco di un certo periodo di tempo, in un momento differito a quello della transazione commerciale (E.F.T. "off-line").

E’ facile capire allora che quasi la totalità delle carte di pagamento sono direttamente coinvolte nell’attività bancaria quotidiana, e che l’evoluzione tecnologica che ha investito e sta investendo la categoria in questione, porta ad un intreccio di rapporti con la problematica del trasferimento elettronico di fondi.

 

Origini

 

Le prime carte di pagamento sono state le carte di credito o "credit cards", la cui invenzione può essere fatta risalire storicamente agli anni’20 quando negli Stati Uniti alcune grandi compagnie petrolifere distribuivano alla propria clientela dei tesserini per facilitare l’acquisto dei prodotti.

Sempre negli Stati Uniti, negli anni cinquanta, apparvero le prime

"Travel and entertainment cards" del Diners Club e dell’American Express, carte con le quali il titolare poteva accedere ad una serie di esercizi convenzionati, in particolare alberghi e ristoranti, ed usufruire dei relativi servizi, senza pagare immediatamente il conto ma semplicemente firmando la nota di spesa dell’albergo o del ristorante e solo successivamente regolando il proprio debito con l’ente che aveva emesso la carta.

Da allora la tecnologia delle carte elettroniche si è notevolmente evoluta, e gli originari tesserini di cartone sono stati plastificati, dapprima con i caratteri in rilievo, poi con codici a barre idonei ad essere letti da appositi lettori ottici dei registratori di cassa; quindi, negli anni sessanta sono apparse le prime carte a banda magnetica, negli anni settanta quelle a microprocessore, ed infine negli anni ottanta le carte laser o a memoria ottica.

 

Tipologia

 

Le carte di pagamento possono essere classificate prima di tutto avendo riguardo alle loro caratteristiche tecniche (classificazione tecnologica), al fine di cogliere le diversità a volte sostanziali tra le varie carte, ed in secondo luogo invece tenendo conto di quelle funzionali (classificazione giuridica), per un identificazione giuridica del fenomeno.

Da un punto di vista tecnologico, le carte di pagamento attualmente si

distinguono in carte telematiche e carte ordinarie o non telematiche (plastificate con i dati necessari all’identificazione scritti in rilievo; a volte contengono codici a barre che devono essere letti in appositi lettori per autorizzare la transazione).

Le carte telematiche, sono quelle che danno luogo ad una trasmissione diretta, tramite un canale telematico, dei dati dell’utente e della transazione in corso. Le carte telematiche possono essere magnetiche o elettroniche.

Le prime, presentano sul retro una striscia di materiale magnetico costituito generalmente da resina e ossido di ferro; le seconde, contengono uno o più microcircuiti che consentono la memorizzazione e l’elaborazione di dati. Sono un particolare tipo di carte elettroniche le cosiddette laser card, o carte a memoria ottica, che basano la registrazione dei dati su delle memorie ottiche.

Le carte elettroniche, vanno poi distinte in carte a memoria e carte intelligenti. Le prime, contengono solo circuiti di memoria per immagazzinare i dati e i circuiti necessari per comunicare con la macchina lettrice contenente il software di controllo; le seconde invece contengono dei veri e propri microelaboratori e con essi, anche il software di controllo.

Per quanto riguarda i costi di produzione, si può dire che le carte elettroniche sono più costose di quelle magnetiche, ma senz’altro più resistenti e sicure: non possono infatti essere lette se non si conosce la chiave di accesso alla memoria interna della carta o P.I.N. (Personal Identification Number), e la loro duplicazione è inoltre molto più complicata e costosa di quella delle carte magnetiche. Le nuove carte laser, la cui sperimentazione è però solo agli inizi, si presenteranno poi molto più economiche ed affidabili di quelle elettroniche ed offriranno una capacità di memoria notevole, ovvero fino ad oltre 100 Mb.

Dal punto di vista giuridico, per identificare le carte di pagamento si deve procedere all’analisi della loro funzione.

Operando in tal senso, è possibile distinguerle in carte di credito, in carte di debito e in carte prepagate.

Una carta di credito indica che al possessore (titolare di un conto corrente presso la banca di emissione) è stato accordato del credito (o "fido"), ovvero abilita il possessore ad effettuare acquisti, a prelevare denaro fino ad un ammontare prestabilito (solitamente contenuto, da 2, 4, 8, fino ad un massimo di 15 milioni per le carte oro).

Il credito concesso, può essere regolato interamente alla fine di un certo periodo (mese, trimestre, semestre, ecc.), oppure può venire regolato gradualmente, considerando il saldo come un estensione del credito, ma ad ogni modo non viene addebitato automaticamente sul conto corrente del titolare.

Vengono pagati inoltre, dall’utente della carta, degli interessi per ogni ammontare di credito in più che viene concesso e il possessore viene spesso caricato di un costo annuale.

Le carte di debito, sono utilizzabili per acquisti nei quali si provvede automaticamente all’immediato pagamento del mercante attraverso un punto di vendita automatizzato, P.O.S. (Point of Sale), addebitando direttamente il conto all’acquirente. Sono inoltre utilizzate per effettuare prelevamenti di denaro contante dal conto corrente attraverso l’apposito sportello automatico A.T.M. (Automatic Teller Machines).

In Italia, un tipico esempio di carta di debito è costituito dalla carta Bancomat, attraverso la quale si può accedere sia al "servizio Bancomat" funzionante come A.T.M., sia al "servizio Bancomat-P.O.S.".

Si definisce carta prepagata, quella in cui il valore monetario è immagazzinato e per cui il possessore ha pagato il distributore in anticipo.

Può essere utilizzata per un limitato numero di transazioni ben circoscritte, ed inoltre il suo uso è molto spesso ristretto ad un numero di punti vendita ben definiti all’interno di un preciso luogo (edificio, università, aziende, ..ecc.).

Nel caso di una carta prepagata monouso, poi, il distributore della carta e il distributore del servizio possono coincidere (es. le carte telefoniche). Ci sono inoltre carte prepagate che possono essere utilizzate per un gran numero di scopi e su scala nazionale o internazionale, anche se, in certi casi, ristrettamente ad una certa area.

 

Le carte elettroniche nell’ordinamento giuridico.

 

Le operazioni connesse all’utilizzo delle carte elettroniche, sono espressioni di una manifestazione di volontà, ma per esse si pone un problema di collocamento nell’ambito della disciplina civilistica.

Le perplessità sorgono dal fatto che il regolamento di interessi tra privati e quindi il negozio, in questo caso , è concluso attraverso l’elaboratore, e ci si domanda quindi se questo possa essere considerato un vero e proprio negozio giuridico elettronico, e comunque un contratto perfettamente

valido.

Vista la naturale tendenza del giurista di fronte a fenomeni nuovi, di ricondurli e assimilarli alle figure giuridiche già note, è stato affermato che un regolamento di interessi concluso mediante l’elaboratore altro non è se non un negozio giuridico, concluso attraverso l’utilizzazione di un moderno mezzo di trasmissione e che, come tale, deve essere disciplinato al pari delle ipotesi di contratti conclusi mediante lo scambio di telegrammi, telex o telefax, dalle norme comuni in materia di contratti.

Per affrontare con chiarezza un problema tanto spinoso occorre, operare una prima distinzione tra l’acquisto della carta elettronica in genere e i contratti, che tramite essa, possono essere stipulati ovvero le utilizzazioni a cui si presta, ricordando comunque che il possesso della carta è conditio sine qua non per l’ulteriore utilizzo.

Per quanto riguarda l’acquisto della carta, questo avviene tramite un contratto di rilascio, stipulato il titolare e l’istituto di credito o Ente, dal quale scaturiscono una serie di diritti ed obblighi in capo ai due contraenti:

  1. il diritto del titolare della carta ad acquistare attraverso l’uso della stessa beni e servizi forniti dai produttori convenzionati, o dall’Ente emittente;
  2. l’obbligo dell’istituto di credito o Ente emittente di adempiere e/o fornire quanto dal titolare richiesto secondo le regole generali contrattuali.

Per quanto riguarda i contratti, invece, che tramite la carta di pagamento possono essere stipulati ovvero le utilizzazioni a cui si presta, nella pratica si riscontrano generalmente due modelli di contrattazione:

  1. il primo, riguarda le carte di credito e quelle di debito, ovvero carte personali, la cui titolarità avviene cioè previa sottoscrizione di un tipico contratto per adesione (per questo personali), che prevedono un rapporto a valore e a tempo indeterminato.

Il secondo modello, comprende tutte quelle card di servizio o che comunemente offrono prestazioni a basso contenuto patrimoniale e che, in generale, prevedono un rapporto a valore e a tempo determinato e, pertanto, potrebbero essere definite impersonali (la Viacard, le schede telefoniche, ecc.)

 

 

Le carte personali (o a tempo indeterminato)

 

Le carte personali, possono essere richieste attraverso una banca ovvero attraverso un contatto diretto con la società emittente, e il titolare all’atto della richiesta si impegna, con il contratto per adesione, a rispettare un regolamento che lo vincola nell’utilizzo della carta stessa.

Fanno parte di questa categoria le carte di credito, la carta Bancomat, le carte telefoniche di conto corrente ecc..

 

 

Le carte impersonali (o a tempo determinato)

 

In questa tipologia rientrano tutte quelle carte di pagamento di cui si conosce a priori il valore e la validità.

L’acquisizione di questo tipo di carte avviene sia direttamente presso le aziende fornitrici del servizio connesso, sia attraverso macchinari atti alla distribuzione messi a disposizione dall’azienda medesima, e non è soggetta a particolari procedure contrattuali.

Molte carte hanno stampate sul retro delle norme comportamentali, e il titolare nel momento stesso in cui ne entra in possesso, già conosce quali sono gli obblighi e le applicazioni che ne derivano.

Con l’acquisto della carta, il cliente ha la possibilità di usufruire di un servizio messogli a disposizione dall’azienda emittente in virtù di un negozio di attuazione, (il regolamento di interessi infatti, in questo caso, si sostanzia in un comportamento e non in una dichiarazione): si tratta indubbiamente di negozi giuridici, essendo gli effetti conformi alla volontà dell’autore dell’atto manifestata attraverso un comportamento detto "acta concludentia".

Detti comportamenti sono fonte di obbligazioni in base all’art.1173 del c.c.("Fonti delle obbligazioni"), e soggetti alla disciplina delle obbligazioni del libro del codice civile.