Achille Pace



Doppio Segno

Opere dal 1960 al 2002

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DAL 9 AL 29 novembre GALLERIA "ARTE E PENSIERI"

V.OSTILIA 3/A ROMA INAUGURAZIONE ORE 18
 

ORARIO MOSTRA LUNEDÌ-VENERDÌ- DALLE 15 ALLE 21

INFO:06.7002404-CELL-3397092125

E MAIL: artepensieriroma@libero.it
 


Appunti per Achille Pace

... Risultano immediatamente evidenti, anche ad un esame esterno dell'opera di Achille Pace, la coerenza estrema e la dignità che hanno sempre accompagnato il suo procedimento operativo, secondo un percorso omogeneo e preciso, teso ad una sempre più sdutta semplificazione e riduzione dei mezzi, al fine di una chiarezza espressiva che trovi, in un ricorso a elementi essenziali ed essenzializzati di linguaggio, il più scoperto e compromesso termine di "intenzionalità" poetica, non mascherata o "trasferita", ma diretta e chiarissima, tale che, pur senza violenza estema, impone all'osservatore, con inflessibile forza, la sua stessa, severa autodisciplina.

Basti vedere come sia riuscito a condurre la sua esperienza sul piano più scoperto, fino a fame una regola di comportamento etico, fino cioè a porla in una condizione di continua dialettica attiva senza tradire una sua gelosa e personale interiorità, e senza peraltro rischiare il pericolo di un intimismo disancorato ed esistenziale.

Con un processo riduttivo di perseverante controllo razionale, egli è riuscito a tradurre in termini di pure rarefazione il tracciato visibile di un'idea, riuscendo a cogliere il punto di sutura, lo scatto, ancora sfuggente all'ultima analisi razionale, che distingue l'elaborazione del linguaggio dal limite di raggiungimento poetico, che resta sempre il fine ultimo, sul piano della qualità, della ricerca artistica. Ciò non toglie che il rapporto diretto, fisico ed emotivo con l'opera sia ridotto al minimo - il piano di fondo, aperto ad un'espansione indefinita, non reca traccia, nel grigio-soffice e incorporeo, del gesto diretto; il segno si snatura nel percorso oggettivato del filo. Sono i residui (non nel senso del rèpèchage ma come risultato di una eliminazione esattamente calcolata) della realtà tecnologica che costituisce il paesaggio attuale, assunti a mezzo di rappresentazione e di espressione, secondo le regole, interpretate e trasportate in moduli quasi di ascesi, della gestalrpsycologie. Ne deriva un linguaggio teso, segreto, una sorta di "foltissimo nel pianissimo" che proprio nel silenzio riscopre la forza più violenta del grido.

Né per questo cessa, quella di Pace, di costituirsi come operazione a sfondo intellettuale, radicata, dialetticamente, nella storia, in assonanza diretta con una delle due polarità continue del processo di creazione formale, che trova il suo fulcro determinante nella storia artistica del nostro secolo (da Mondrian a Klee a Fontana), ma ha il suo riferimento "permanente" nello svolgimento storico delle arti di tutti i tempi, nella limpida vena di poesia di un Petrarca, per esempio, di un Piero della Francesca, nelle cadenze solenni e geometriche di Bach.

Quello di Pace è uno dei casi in cui la cultura storica diviene stimolo di creazione poetica fino a sollecitare l'ideazione di immagini visuali di una loro assorta, intensa emotività, dove i fili intessono, su uno spazio tutto mentale, svagati itinerari di arcana, metafisica eloquenza. Nella trasposizione successiva del gesto a segno, e del segno a oggetto, sta il trapasso dall'idea alla forma. Che è come parlare, con Argan, di "identità di poesia e poetica"; di "poesia" (che) non nasce da ispirazione celeste; (ma) è qualcosa che può trovarsi al termine di determinate operazioni linguistiche".

Lara Vinca Masini 1965


"L'individuo, prendendo coscienza delle ragioni delle proprie scelte e del proprio lavoro, si inserisce nei processi della cultura come processo del lavoro e diviene, nel contempo, creatore di una nuova cultura. L'arte, quando è tale, può dare un valido contributo con l'indicazione di metodi operativi e di scelte morali. " (Achille Pace, 1975) Cinque opere - dall'Itinerario 109 del 1963 all'Itinerario costruttivo del 1974, dall'Incontro del 1978 (Biennale di Venezia, 1982) all'Itinerario rosso degli anni '90, agli Itìnerari paralleli del 2002 - costituiscono il corpus di questa mostra romana, scelte a significare per exempla le tappe di un percorso di ricerca che si è venuto snodando a partire da una fondativa affermazione di poetica mai smentita, che ha orientato la traccia di un andare al tempo stesso determinato ed imprevedibile, lungo il quale, per Argan, "i sinuosi ma esatti percorsi del filo tessono lo spazio sul rapporto da uno a infinito... ".

"Poetica del filo" è definizione efficace per tenere insieme il lessico, i procedimenti linguistico-formali, il sistema segnico, lo statuto stesso del codice della comunicazione estetica in Achille Pace, nel corpo di un contesto, di un tempo e di uno spazio storicamente dato, che tende ad istituire linguaggi, ruoli e fini dominanti della stessa pratica dell'arte, cui un "tecnico delle immagini" deve opporre "sempre che voglia conservare l'autonomia della propria disciplina,...immagini che non siano mercificabili e che si sottraggano ai normali circuiti del consumo " laddove "l'autonomia di una disciplina consiste nell'impegno a praticarla nell'interesse di una società intera" (Argan, 1970). Proprio a partire da Argan fino ai più recenti esegeti, il "filo" di Achille Pace è stato indagato nella complessità delle sue tensioni di segno linguistico, significato concettualmente pregnante e significante intenzionalmente connotato di valenze semantiche, in grado di dare corpo "momento per momento, nel tempo e nello spazio operativo ", attraverso il suo essere materia oggettiva, alla realtà, fino ad attingere valore di simbolo, che tiene insieme gli opposti razionale-irrazionale, concettuale-materiale, logico-emozionale, vita-morte "La guerra aveva distrutto le case, ma anche i linguaggi. Prima che le immagini si doveva ricominciare a formare lo spazio e la forma, partendo dagli elementi primari della formazione" (A. Pace, Gruppo Uno, 1998). Stabilite le relazioni di somiglianzà, continuità, contiguità, differenza e opposizione all'interno del Novecento, si trattava di procedere con coerenza alla costruzione di valore fondata sulla metodologia della forma, come processo di formazione e pedagogia artistica, e pertanto sul procedimento linguistico che lo struttura, la cui eticità sta nella scelta compiuta dall'artista in grado di rifondare principi e processi dell'operare nonché modalità e valore della percezione-fruizione Al fine di affermare, nel contesto storico della modernizzazione, il concetto e la pratica della socialità dell 'arte. Proficuo ci sembra, per l'oggi, insistere sulla complessità di senso che l'Itinerario di Achille Pace, da intendersi come un continuum, descrizione e rappresentazione di un percorso ad uso di chi lo può compiere, può suggerire: se è vero che nell'etimologia stessa del vocabolo sono contenuti sia il viaggio che la sosta, sia l'andare verso che la misura del cammino percorso, e infine il concetto operativo di metodo e procedimento. Servendoci di uno sguardo ancipite, in grado di comprendere l'incipit e la tappa più recente, e misurare (e misura è termine che s'addice a quell'autobiografia aniconica che è l'opera omnia di Achille Pace) sia la distanza che la speculare coincidenza tra i due estremi, in funzione della validazione di un metodo la cui applicabilità può essere estesa ad altri contesti storici. Cosi, se l'iniziale rigore del procedimento linguistico ha portato Pace ad una "poesia del pensiero" attinta mediante un processo di scarnificazione del linguaggio visivo operata con l'espulsione degli elementi ridondanti nell'ipertrofia dell'immagine insignificante, oggi, "la lotta dell'arte contemporanea deve in primo luogo affrontare l'onnipresenza dell'immagine... mettere in discussione direttamente o indirettamente le evidenze dell'immagine" (M. Augè, Finzioni di fine secolo, 2001). Così, quarant'anni e più dopo, nel contesto della globalizzazione, di nuovo la guerra distrugge le case, ma anche i linguaggi E di nuovo la scelta, come etica dell'operare artistico, deve dare forma al linguaggio in un razionale e rigoroso procedimento di costruzione di senso e di valore, in una rinnovata socialità dell'arte.

"L'arte contemporanea deve restituire alla relazione sociale il suo posto al principio e alla fine dell'opera...perché l'interrogazione sul reale ha senso solo se è condivisa, solo se l'opera è nello stesso tempo appello, atto sociale e creazione sociale "( Augè, cit.. 2001 )

Anna Cochetti 2002


 



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Itinerario n. 109 1963                        90x110

 


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Itinerario costruttivo 1974                    150x80

 


 


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Itinerario incontro 1982              90x120

"...I sinuosi ma esatti percorsi del filo nei campi opachi e deserti dei quadri di Pace tessono lo spazio sul rapporto da uno a infinito... "

G.C.Argan

 


 


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Itinerario rosso 1999         60x50

 


 

Achille Pace

Nato a Termoli (Campobasso) nel 1923. Dal 1935 è a Roma. E' del 1941 l'incontro con Giulio Turcato e con gli artisti della scuola romana. Un lungo soggiorno in Svizzera nel 1955 gli permette lo studio da vicino della Brücke e di Klee. alla fine degli anni '50 inizia un sodalizio artistico e di amicizia con G.C.Argan, P.Bucarelli, N.Ponente, M.Conte, G.Novelli, G.Capogrossi, G.Mannucci, L.Guerrini, A.Calò, E.Accatino, F.Cannilla e altri.

Con Uncini, Biggi, Carràio, Frasca e Santoro fonda nel 1962 il gruppo Uno, nel quale opererà fino al 1964. Dal 1960 ad oggi cura la rassegna di Arte Contemporanea a Termoli istituendo nella stessa città una pregiata Pinacoteca. Sue opere sono state esposte tra le manifestazioni nazionali ed internazionali più significative e si trovano nei maggiori musei d'arte contemporanea ed importanti collezioni private.

Alcuni autori dei testi critici

Apa, Argan, Asor Rosa, Ballo, Benincasa, Bilardello, Bucarelii, Calderara, Caramel, Cassiani Ingoni, Cochetti, Crispolti, De Candia, De Gregorio, De Marchis, Di Genova, Dorfles, Ferri, Gallo, Gatt, Grassi, Guerrieri, Lambertini, Maltese, Menna, Micacchi, Montana, Pirazzoli, Ponente, Scheiwiller, Simongini, Sinisi, Strozzieri, Terenzi, Tomassoni,Vinca Masini, Vincitorio, Vivaldi.

Achille Pace vive e lavora a Roma-Studio via della Pisana 67-00163-tel.06/6625468


 

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