Alessandro De Vivo figlio ed allievo del pittore Antonio De Vivo ( caposcuola accademico de' 500, maestro del colore,"
Asceta del pennello" sue opere si trovano conservate alla Casa Bianca, USA, presso Enti, presso innumerevoli collezioni private in Italia, in Europa e in America), continua l'opera ed il messaggio iniziati dal padre; lavora nel suo studio in Via Roma, 52 - 52010 a Chiusi della Verna, Arezzo.

I MOTIVI E I TEMI DELLA MIA PITTURA


Anche il linguaggio della pittura si è fatto, attraverso i diversi momenti della sua espressione, confuso e complesso fino al limite della incomprensione. Naturalmente gli autori di quei "testi" si sono dati da fare per affermare che il loro messaggio era chiarificatore di segreti sconosciuti fino al momento della loro rivelazione. Questo per dire che le esperienze pittoriche degli ultimi decenni sono state e sono apparse quasi incomprensibili e non perché rivelatrici di verità misconosciute ma perché troppo spesso chi aveva il compito di rivelarle usava il linguaggio incomprensibile, perché per formulare concetti ed idee adoperava parole non soltanto inusuali, ma più spesso frutto di combinazioni arbitrarie e di indagini sul filo della confusione, nell'ordine dello spirito e della realtà. Del resto a chi volesse seguire l'evoluzione delle cose dell'arte dai primi segni del rinnovamento, che si collocano storicamente ai primi anni del secolo e si evolvono, con involuzioni sempre più complicate, fino ai nostri giorni, per certo dovrebbe riconoscere che il compito chiarificatore dell'arte, è stato travisato fino alla realizzazione tangibile di una confusione letterale assoluta, di una involuzione che manifesta soltanto l'insopprimibile babele, illeggibile, non interpretabile, della quale siamo testimoni quotidiani. E' avvenuto nel dominio dell'arte, e della pittura in particolare, quel che ugualmente si è verificato in ogni altro momento della cultura e della avventura del nostro tempo: gli elementi di chiarificazione, i dati di spiegazione, si sono involuti per una ricerca di verità intellettualistiche fino al punto di partorire, tangibilmente, una confusione che non è decifrabile, ormai, nemmeno nelle sue ragioni, nelle sue eventuali giustificazioni. E tutto questo è avvenuto a discapito, voluto e perseguito, di certi elementi, di certi valori spirituali e del sentimento che, rinnegati e conculcati, non sono stati sostituiti, al fine della chiarezza, da null'altro, e la cui mancanza ha provocato una atmosfera d'instabilità, di permissività, di arbitrio, nella quale sono fiorite piante abnormi, frutti macroscopici e disarmonici, insomma la confusione e la scorrettezza di cui siamo testimoni storici e passivi. Tanto valeva dire, per sommi capi, proprio per affermare che su questa strada si sono perdute le qualità, i valori, i fini ultimi di una letteratura artistica della realtà, di una chiarificazione, in chiave d'arte, del nostro tempo storico e spirituale. Con il risultato che la gran parte di noi non solo non si meraviglia più della confusione, che viene scambiata per dinamismo e vivacità, ma nemmeno dei risultati tutti negativi che questa ricerca e questa esperienza del nostro tempo ci danno con una frequenza ormai incoercibile.


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