Smirne
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Sembra che il nucleo originario di Smirne risalga alla prima meta' del III millennio a.C. Nel secolo X a.C. un gruppo di coloni provenienti dalle isole Eolie si stanziarono nella regione di Smirne dando origine ad un agglomerato che una successiva immigrazione di coloni Ioni ingrandì ancor piu' accrescendone, al tempo stesso, la prospenta' economica (fine del Sec. IX a.C.). Distrutta da Aliatte III, re della Lidia (600 a.C.), la citta' venne ricostruita. Nel 334 cadde in possesso di Alessandro Magno e, alla morte di questi, divenne dominio dei Seleucidi che se la contesero con i re di Pergamo. Passata nel 27 a.C. sotto il potere di Roma, Smirne in questo tempo figura - a dire del retore Elio Aristide che vi si stanzio' nel 162 d.C. - come « la piu' splendida citta' dell'Asia Minore ». Metropoli della Ionia, sede diun conventus iuridicus e dotata del diritto di asilo, essa ottenne ben quattro volte il neocorato. Distrutta nel 178 da un violento sisma, fu ricostruita per volere di Marco Aurelio.
Tra i suoi figli piu' illustri Smirne annovero' il poeta Omero in onore del quale nell'antichita' venne eretto un monumento commemorativo (Homereion). In Smirne insegno' il filosofo medio platonico Albino. Ed alla scuola medioplatonica appartenne anche il filosofo Teone, pure originario della citta'.
Il glorioso passato dell'antica Smirne giace ora al di sotto dell'odierna citta'. Cio' giustifica parzialmente la poverta' dei reperti archeologici a noi pervenuti.
La citta' si segnalò sempre per la sua tradizionale fedelta' al governo di Roma, per cui gia' TITO Livio la lodava per la sua singularis fides (Historiae, XXXVIII, 39). Con Efeso e Pergamo si contendeva il titolo 'di prima citta' dell'Asia.
La diaspora ebraica, come in tutte le grandi citta' dell'Asia Minore, vi era assai numerosa e si distinse sempre per la sua spiccata aggressivita' verso i cristiani.
Per quanto riguarda la vita religiosa, a Smirne c'era la presenza di una grandevaneta' di culti, ma tra tutti primeggiava quello imperiale. TACITO (Annales, IV, 55-56) ricorda che, quando al-la provincia d'Asia fu permesso di erigere un tempio all'imperatore e undici citta' si contendevano questo privilegio, il Senato decise in favore di Smirne a motivo della menzionata fedelta' a Roma.
Non sappiamo quando vi giunse la predicazione cristiana e se vi fossero delle comunita' paoline oltre a quella giovannea. L'unica menzione che si fa di Smirne nel Nuovo Testamento e' costituita dalla lettera che l'Apocalisse indirizza alla comunita' giovannea della citta', la cui vita cristiana all'epoca doveva avere un tenore ottimale, perche' essa e' la sola - assieme a quella di Filadelfia - a ricevere una lode incondizionata.
“ All'angelo della Chiesa di Smirne scrivi: Così parla il Primo e l'Ultimo, che era morto ed e' tornato alla vita: Conosco la tua tribolazione, la tua poverta' - tuttavia sei ricco - e la calunnia da parte di quelli che si proclamano Giudei e non lo sono, ma appartengono alla Sinagoga di Satana. Non temere cio' che stai per soffrire: ecco, il diavolo sta per gettare alcuni di voi in carcere, per mettervi alla prova e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e ti daro' la corona della vita. Chi ha orecchi, ascolti cio' che lo Spirito dice alle Chiese: Il vincitore non sara' colpito dalla seconda morte” (Ap 2, 8-11). In contrasto con la Situazione sociale della citta', la Chiesa di Smirne era palesemente povera, ma ciò faceva risaltare maggiormente la sua grande ricchezza spirituale, dovuta al suo esemplare fervore, che non conosceva battute d'arresto nemmeno di fronte alle gravi tribolazioni provocate dalla continua ostilita' della Sinagoga locale, che viene stigmatizzata come “Sinagoga di satana” (v.9).

La situazione di lotta religiosa fra cristiani e giudei doveva essere particolarmente acuta e sarebbe presto sfociata in una violenta persecuzione con imprigionamenti e forse anche sentenze capitali, per cui il profeta dell'Apocalisse sente il bisogno di rassicurare la comunita' invitandola a « non temere », perche' il momento della prova sara' breve («per dieci giorni») (v.10). Ciò non toglie comunque che l'impegno deve essere quello di una “fedelta' fino alla morte” (v.10).
Circa la diffusione del cristianesimo, a parte la testimonianza dell'Apocalisse, fonti tardive (cf Acta Johannis) collegano l'origine del cristianesimo in Smirne con l'apostolo Paolo che pertre anni risiedette nella vicina Efeso (cf At 19, 20). Stando alla tradizione, primo vescovo della citta' fu Strateias, fratello di Timoteo; seguì poi il vescovo Bucolos che ebbe come successore Policarpo.
Di quest'ultimo, che Policrate di Efeso (fine II secolo) qualifica come una delle colonne della Chiesa in Asia Minore, possediamo alcune informazioni.
Nato presumibilmente intorno all'81 d.C., entro' a contatto con la generazione subapostolica. Ireneo di Lione che lo conobbe, ricorda d'averlo sentito parlare delle sue relazioni con Giovanni ii Presbitero, presumibilmente un discepolo degli apostoli (di Giovanni?), da non identificare - come invece fa Ireneo - con l'apostolo Giovanni.
Verso ii 160 Policarpo si reco a Roma per conferire con papa Aniceto intorno alla data della pasqua: doveva prevalere l'usanza romana-palestinese di celebrare la pasqua di domenica o la prassi vigente nelle Chiese dell'Asia di celebrarla il 4 di Nisan, non importa in quale giorno cadesse? L'incontro tra Policarpo ed Aniceto non risolse il problema, eppure si svolse nel rispetto delle due tradizioni e si concluse in pace. Nel 167 scoppio a Smirne una violenta persecuzione che ebbe tra le sue vittime lo stesso Policarpo, martirizzato nello stadio della citta il 23 febbraio. Aveva 86 anni.
Sulla vita della comurnta' cristiana di Smirne nei primi decenni del II secolo siamo informati da due lettere che Ignazio d'Antiochia scrisse rispettivamente a questa Chiesa ed al suo vescovo Policarpo. Ci è altresì nota una lettera che questi indirizzo' alla comunita' di Filippi ed, infine, una lettera scritta da un cristiano di nome Marcione a nome della Chiesa di Smirne ed indirizzata alla comunita' cristiana di Filomelio, contenente il resoconto del martino di Policarpo. E la prima opera che usa la qualifica di martire per designare un cristiano morto per la fede. Dagli scritti d'IGNAZIO agli Smirnesi ed a Policarpo apprendiamo che questa comunita' cristiana e' messa piu' volte in guardia contro le tendenze docetiste di « alcuni non fedeli » che negavano l'incarnazione di Cristo e la sua morte reale.
Contro la tendenza - sembra abbastanza forte - di una frantumazione della Chiesa in gruppuscoli, IGNAZIO invita all'unita' in tutte le espressioni della vita comunitaria che trova nella persona del vescovo il suo principio di coesione. « Sia ritenuta valida» scrive « l'eucarestia che si fa dal vescovo... senza il vescovo non e' lecito ne' battezzare ne' fare l'agape » (Smirn., VIII, 1-2). « Le adunanze siano molto frequenti » (Pot., IV, 2). « Conviene agli sposi ed alle spose di stringere l'unione con il consenso del vescovo» (Pot., V, 2). « State con il vescovo perche' anche Dio stia con voi » (Pot., VI, 1).
Ad offrire ancora un po' di luce sulla Chiesa di Smirne concorre anche la Lettera sul martirio di Policarpo, scritta qualcheanno piu' tardi. Da essa apprendiamo che i cristiani alloramartirizzati - non tutti originari di Smirne - furono in numero di 12. Di uno ci viene ricordato anche il nome: Germanico. La Lettera costituisce una conferma che l'ostilita' dei Giudei verso il cristianesimo, gia' attestata nell'Apocatisse, non s'e' per nulla attenuata. Furono essi a raccogliere legna con piu' zelo, « come e' loro costume », per il rogo su cui bruciare Policarpo (XIII, 1), ed ancora loro si impegnarono perche' quanto rimaneva del suo corpo non venisse trafugato dai cristiani (cf XVII, 2). I cristiani o gli atei - come vengono ancora chiamati - in questo tempo sono dunque in aperto conflitto con l'ambiente circostante, loro avverso. Dopo la morte di Policarpo la Chiesa di Smirne venne retta da Papirio al quale successe il vescovo Camerio. Fu sotto uno di questi due che la citta' venne devastata da un terribile sisma (178). Non e' inverosimile pensare che la successiva ondata persecutoria sostenuta dalla politica anticristiana di Marco Aurelio, sia da collegare con questi fatti. Forse lo e' pure la condanna di Traseas di Eumenia (Tracia), « vescovo e martire addormentatosi a Smirne» (POLIGRATE DI EFESO).
Tra i suoi martin illustri, questa citta' annovera anche il presbitero Pionio. Circa la sua collocazione cronologica (al tempo di Policarpo o sotto l'imperatore Decio?) i pareri sono ancora controversi. Gli Atti del suo martirio che possediamo contengono comunque un nucleo di verita' e sono una testimonianza del coraggio e della fede di questo presbitero. Con lui vennero processati anche il presbitero Limno, il laico Asclepiade, Sabina e Macedonia, il montanista Eutichiano ed un presbitero della Chiesa marcionita di nome Metrodoro.
La presenza di un montanista e di un marcionita e la stessa domanda rivolta dal proconsole a Pionio: « A quale comunita' cristiana appartieni? », lascia supporre che a Smirne in questo tempo, accanto alla grande Chiesa, esistessero diversi gruppi eterodossi d’ispirazione cristiana. I timori di frazionamento gia' paventati da Ignazio non erano dunque infondati. In effetti, nel fermento di idee che una grande citta' quale Smirne poteva conoscere, verso la fine del II secolo emerse un certo Noeto, condannato dai presbiteri della citta' per le sue affermazioni patripassiane. Assertore d'uno stretto monoteismo, Noeto insegnava che Cristo era identico al Padre. Di conseguenza questi si sarebbe incarnato, avrebbe sofferto e sarebbe risorto. Sulla storia della Chiesa di Smirne nel periodo successivo ci e' noto ben poco. Al concilio di Nicea compare il nome del suo vescovo Eutichio (325). Gli storici SOCRATE e SOZOMENO ci informano poi su incontri che gruppi di macedoniani (= negatori della divinita' dello Spirito Santo) tennero a Smirne con il vescovo di questa citta'. In tempi posteriori, nella serie dei vescovi segue Iddia (431), Aiterico (449, 451), Fozio, di tendenze monofisite (518) e Caloas (536). Con questi nomi si conclude per noi la storia antica di questa importante comunita' cristiana.


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