COMUNE DI GRIZZANA MORANDI

Centro di documentazione Giorgio Morandi

Oggetto: Grizzana Morandi : i borghi medievali e il crinale tra due parchi e due fiumi, il Reno e il Setta

Grizzana é l’inizio di un viaggio che parte dal centro di Bologna per arrivare dopo appena 50 km nella media Valle del Reno sull’ Appennino bolognese; facilmente raggiungibile dalla Statale Porrettana salendo per 7 km prima di entrare in Vergato oppure deviando a Sasso Marconi e seguendo la Statale del Setta o più velocemente con l’Autostrada Bologna-Firenze con uscita a Rioveggio, o più comodamente ancora con la Ferrovia Bologna - Porretta o la direttissima Bologna – Firenze (stazione di Pian di Setta). Assicurata da tutte queste possibilità di collegamento si presta ad essere visitata anche a piedi, in mountain bike o a cavallo arrivando a ri/scoprire a poca distanza dalla città un territorio estremamente affascinante dove la storia dell’uomo si è sedimentata nel corso di questi secoli lasciando testimonianze diverse ma tutte degne di essere frequentate magari seguendo itinerari tematici, cari ad esempio agli appassionati d’arte, architettura, storia o religione, senza tralasciare ovviamente gli aspetti naturali. Ed é da questo punto che preferiamo partire segnalando come tra nord e sud questo territorio sia racchiuso da due Parchi, il Parco Regionale Storico Naturalistico di Monte Sole e il Parco Provinciale di Montovolo, due grandi parchi che abbracciano il territorio comunale.

Lungo questa direttrice troviamo una serie di borghi di origine medievale ben conservati strutturatisi su una antica viabilità prima etrusca e poi romana (numerosi sono i toponimi di derivazione latina), tipici borghi di pendio fortificati dove l’edilizia civile si coniuga con quella militare. Proviamo a elencarli: Tudiano con il suo oratorio romanico, Poggio di Veggio con la sua casa torre cinquecentesca con simboli comacini, Ca’ Benassi bell’esempio di borgo medievale, Poggio Mezzano con la cinquecentesca Torre S.Michele (nonché luogo per eccellenza assieme al Campiaro dell’ispirazione morandiana). Da qui si giunge al capoluogo con la Chiesa di S. Michele Arcangelo; ci si può fermare per visitare Casa Morandi e i Fienili del Campiaro, in un’area che è rimasta pressoché inalterata dai soggiorni del grande artista bolognese Giorgio Morandi (1890-1964), che qui trascorse lunghi periodi estivi dal 1913 al 1963.

Deviare verso Vergato significherebbe conoscere un altro nucleo come quello di Carviano Casigno con torre trecentesca ma ci porterebbe lontano; conviene così tornare al capoluogo (700 m) e da qui proseguire per Montovolo visitando Stanco di Sotto arroccato sul fianco del monte omonimo, Tavernola (residenza municipale fino al 1882), Prada con il suo edificio agricolo residenziale originario del ‘500 e la chiesa, purtroppo ora in rovina, la Macina, nucleo rurale fortificato del XV secolo, Collina di Monteacuto Ragazza col Palazzo Vannini prima sede municipale con meridiana e rosa comacina in arenaria, tutte zone dove con Orelia alla fine del secolo scorso sono stati fatti significativi rinvenimenti di reperti etruschi ora conservati al Museo Civico Archeologico di Bologna, per arrivare infine a Scola. Da Scola con un ultimo strappo si sale verso Montovolo passando per Campolo e Sterpi che presenta un singolare affresco murale del secolo scorso (due dame delle quali una a cavallo).

Ma dopo un itinerario così lungo (per il quale occorrerebbero a piedi almeno 8 ore) é inevitabile sostare proprio a Scola e dedicarle una visone più attenta perché si tratta di uno dei borghi di origine medievale meglio conservati dell’intero Appennino bolognese.

Scola già oggetto dell’attenzione di storici, appassionati e studenti ha una origine militare bizantina, databile presumibilmente attorno al VI secolo, e nei secoli successivi assume una fisionomia difensiva con torri che permettono la sicurezza del borgo ed è attorno a queste torri che si sviluppa il borgo così come lo conosciamo oggi. L’edificio più importante è quello che si affaccia sulla piazzetta con feritoie ai lati, la scritta sul portale e una torre annessa che all’entrata del borgo rivela pitture con simboli tradizionali: a fianco un altro edificio mostra i resti di una meridiana settecentesca . Seguendo le stradine che portano nella parte bassa del borgo si possono notare un forno quattrocentesco con mensole scolpite, finestre con formelle d’arenaria incise con simboli comacini e le chiavi del Papato. Da qui si arriva al bellissimo esemplare di cipresso considerato monumento arboreo che è assieme all’oratorio un po’ il simbolo di questo borgo e vedere in lontananza Ca’ Dorè, casa torre quasi intatta nella sua forma originale

Dopo questa visita si sale a Montovolo, a S. Maria della Consolazione, primo Santuario dell’Archidiocesi di Bologna che risale al XII secolo; conserva la statua della B.V. (sec. XV-XVI) e una cripta a tre absidi che é quello che resta della chiesa più antica. Poco più in alto l’Oratorio di S. Caterina con all’interno ciclo di affreschi quattrocentesco. Salendo ancora pochi metri si é sulla cima da dove si può ammirare un bellissimo panorama sulla Valle del Reno.

Terminato questo primo itinerario nel quale abbiamo mescolato vari punti di interesse (storico per i borghi medievali, artistico per i paesaggi morandiani, naturalistico per i parchi, religioso per chiese e oratori incontrati) ci apprestiamo a scoprire quello architettonico, in parte già ammirato per il lavoro dell’uomo, trasmesso idealmente dalle maestranze comacine agli scalpellini, autentici eredi di quella tradizione costruttiva che è tipica nella casa rustica e scendiamo verso Riola dove a poche centinaia di metri tra loro distano la Rocchetta Mattei e la Chiesa progettata da Alvar Aalto.

Il primo è un eclettico edificio della seconda metà dell’Ottocento che mescola stili diversi, dal falso medievale al moresco, voluto dal Conte Cesare Mattei, letterato, politico ma soprattutto medico autodidatta che si dedicò alla ricerca di una cura contro il cancro arrivando a definire una nuova scienza mutuata dai principi di Hannemann dell’omeopatia, che definì elettriomopatia e che ebbe un grande successo su scala mondiale richiamando al suo bizzarro castello uomini e donne di tutti i ceti. Il Conte, proprietario di una vastissima area attorno al suo castello di Savignano, edificò una serie di villini climatici dove far risiedere i pazienti, all’Albergo della Rosa e all’Archetta (tracce e segni di questi edifici particolari per l’architettura montana edificati anche successivamente dal figlio adottivo, Mario Venturoli Mattei, si possono vedere ancora oggi con i loro motivi floreali e le finestre orientaleggianti, circondati da più moderni edifici). Da qui si potrebbe salire a Savignano, per vedere un altro interessante esempio di urbanistica montana sulla valle del Limentra; ma più comodamente, scendendo poche centinaia di metri è possibile ammirare la Chiesa di S. Maria Assunta, unica opera in Italia del grande architetto designer e urbanista finlandese del Novecento Alvar Aalto.

Un terzo itinerario é rappresentato dalla memoria storica recente, quella che ci riporta alla seconda guerra mondiale e alla strage di Monte Sole. Scendendo da Riola alla stazione ferroviaria di Salvaro ci si può incamminare verso la Botte dove vennero trucidati 47 civili. Alle spalle l’ex canapificio Turri è un interessante esempio di imprenditoria in montagna a cavallo del secolo (qui la famiglia Turri costruì anche case per operai, scuola e chiesa). Si sale per Creda, altro luogo dove la barbarie nazista massacrò 70 civili con numerose donne anziani e bambini per poi arrivare a Monte Salvaro che assieme a Montovolo é la cima più alta nel Comune di Grizzana. Siamo ora nel cuore di Monte Sole che ci riporta al primo itinerario seguito.

 

Abbiamo esaminato velocemente da un punto di vista storico, architettonico artistico e ambientale un territorio dove un amalgama felice di arte cultura e natura fa emergere punti di interesse notevole per il visitatore, un territorio ideale che una volta conosciuto in un fine settimana lascia il desiderio di tornare

Claudio Cappelletti

addetto al Centro di documentazione

Giorgio Morandi – Grizzana Morandi

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