SENSAZIONALE !
 
 
    La Chiesetta di S.Nicola 
dove fu battezzata Santa Eustochia 
 

 
 
 

 
 
Tutti gli storici sono concordi nell’ affermare che la Beata Eustochia (1437-1491) fu battezzata nella chiesetta di S.Nicola del Villaggio Annunziata di Messina. 
E’, però, convinzione comune che tale chiesetta oggi non esista più. Tant'è che nessuno ne ha mai potuto  localizzare la sua posizione 
Ciò è giustificato dal fatto che successive sovrapposizioni strutturali hanno mascherato il primitivo aspetto architettonico di questo importante monumento, legato alla storia dell’ ultima Santa del duemila, ed interessi privati particolari hanno occultato la sua esistenza, sottraendola così al patrimonio universale della cultura. 
Eppure, ignorata da tutti, nel Villaggio Annunziata, ancora oggi, vicino alla casa natale della Beata, esiste tale chiesetta, occultata in un boschetto di alte piante, all’interno del quartiere residenziale Eden Park. realizzato dall’ingegnere urbanista Oreste Palamara e da questi opportunamente salvata insieme ad una scuderia del 700, ad una torretta militare, vestigia dell’ultima guerra, a un antico pozzo con croce e ad una galleria filtrante (“bottisco”), costruito dai frati Cappuccini, che portava un’acqua miracolosa verso l’Eremo di S.Nicola. che ivi ebbe sito. 
Topograficamente il luogo dove è sita la chiesetta può essere identificato sulla Tavoletta IV S.O. del foglio 254 della Carta d’Italia, edita dall’istituto Geografico Militare, rilevata nel 1906 ed aggiornata al 1937, guardando la zona adiacente all’ultimo tratto, verso la foce, della Fiumara Annunziata, lato sinistro. 
lvi è tracciata una stradella, la via S.Nicola, che partendo dalla riva di detta Fiumara, forma vari tornanti intorno a due piccoli contrafforti di Monte Minase, per congiungersi poi, presso il Villaggio Paradiso, alla litoranea verso Faro. 
Nella sua parte iniziale tale stradella si congiunge con la via Del Fante o Pozzicello, che, fiancheggiando la Fiumara, raggiungeva la casa natale della Beata Eustochia. 
Al punto di massima quota di tale stradella  S. Nicola, su un ameno colle, che oggi si chiama Poggio Paradiso, s’erge la chiesetta di cui trattiamo, nascosta dagli alberi, con l’unico accesso chiuso da un lucchetto e da un oleandro vistosamente cresciuto sulla soglia, quale eterna, immobile, muta sentinella. 
Ha una pianta rettangolare di 6 metri per 10 con due piccoli locali adiacenti, come Sacrestia.  La sua muratura è ad “opus coementicium” (opera cementizia fatta di conglomerato, di ciottoli, pietre, mattoni e cocci di laterizio, legati da malta).  I mattoni sono schiacciati, come quelli dell’epoca romana. 
Una piccola torretta campanaria di forma quadrata, di epoca successiva completa lo spigolo anteriore destro. 
Il primo ordine di questa struttura è costruito con mattoni di epoca successiva, a spessore maggiore dei precedenti.  Infatti una lapide marmorea, con la scritta “EREMUS” porta la data del 1642, con ciò depistando i ricercatori della Chiesetta della Beata Eustochia, che doveva essere almeno del 400.  Il secondo ordine, ove è collocata la campana, addirittura ha delle armature in cemento armato, databili certamente in epoca successiva al terremoto del 1908. 
Il lato sinistro e il fronte posteriore sono coperti da costruzioni basse di epoca successiva. 
Essendo questa chiesetta molto piccola, il popolo talvolta la indicava con il nome di Santa Nicolicchia, che però significava “la piccola chiesa di S.Nicola” 
Tutto il vasto territorio attraversato dalla stradella S.Nicola, dal mare, al colle dell’ Eremo, al monte Minase, fino al versante opposto, apparteneva fino agli inizi del novecento alla ricca e potente famiglia Costarelli, che via via dilapidò le proprie sostanze in “carrozze e cavalli”.  Cosicchè la maggior parte di questa proprietà passò alla famiglia Bonanno. 
L’ultimo dei Costarelli, Edoardo, finì i suoi giorni in povertà in una torretta militare presso questa chiesetta.  Sua moglie, una gentildonna torinese, si industriava allevando galline. 
La furia dell’ ultima guerra si accanì sul Colle dell’Eremo di San Nicola, perchè ivi, a cento metri dalla Chiesa, era stata installata una importantissima batteria antiaerea, che, oltre tutto, era in posizione strategicamente assai importante per il controllo dell’imboccatura dello Stretto di Messina. 
Ma forse la Beata Eustochia, oggi Santa, fece veramente un miracolo, proteggendo la Chiesa ove aveva avuto la sua ispirazione religiosa, se è vero che questa opera mostra i segni del tempo ma non quelli dell’onta bellica.