Celle e Cellaschi in ta stöia e in te memöie. A cura di Vincenzo Testa. Genova: Compagnia dei Librai, 1997.  413 pp.  Illustrazioni

dono del Sindaco di Celle Ligure


Un lungo viaggio nel tempo per scoprire prima di tutto le origini del nome della città; l' ipotesi più plausibile ha le sue radici nelle incursioni dei Saraceni: gli abitanti vivevano sulle colline per difendersi e scendevano al mare solo per pescare; lungo il litorale avevano costruito piccoli ricoveri, chiamati "cellae", per gli arnesi  da lavoro. La storia continua con le grandi famiglie: nel periodo dell'invasione dei Longobardi troviamo quella dei Sandale; dopo il Mille i Rebagliati, cognome che subisce cambiamenti da collegarsi al passaggio dal latino al volgare. Sfilano i personaggi che hanno contribuito alla crescita artistica ed economica di Celle e ognuno viene ricordato con una breve biografia. Le norme comunitarie, che hanno regolato la vita della comunità, sono raccolte in uno Statuto: la prima volta viene redatto nel corso del XIV secolo; nel 1971 gli Statuti sono stampati nel testo originario e nel 1983 tradotti in italiano e portati quindi alla conoscenza di tutti. L'autore cerca di dare un quadro complessivo della storia di Celle e accanto allo sviluppo cronologico degli avvenimenti si aprono "parentesi" in cui vengono narrati aneddoti, leggende, storie di personaggi e genealogie familiari, alleggerendo così il racconto storico vero e proprio, che si inserisce nel contesto dinamico delle vicende legate alla Repubblica genovese e all'Europa.  (g.o.)

La magnifica Comunità di Torriglia & C. : Torriglia e l'Alta Valtrebbia nella storia. A cura di Mauro Casale. Genova : Comunità Montana Alta Valtrebbia, 1985.  173 pp. : illustrazioni

Torriglia e l'Alta Valtrebbia attraverso le tappe della storia: le antiche popolazioni, dedite ad una agricoltura rudimentale, alla pastorizia, alla caccia, che abitavano le aspre  zone dei monti; i primi contatti con Roma e il conseguente periodo di pace, la diffusione di una nuova cultura legata al Cristianesimo. Nei vari periodi si susseguono prima le invasioni dei Longobardi, che colpiscono al Tomarlo e alle Cabanne d'Aveto affacciandosi nel punto che va da Ottone a Fontanigorda; poi dei Franchi e infine quelle dei Saraceni  che portarono morte e schiavitù soprattutto per le giovani donne. La ricerca fa anche cenno ad una tesi secondo cui Dante, durante il suo esilio, fu ospite della famiglia Malaspina nel castello di Torriglia e cita, a suffragio della stessa, un documento del 1304. L'autore esamina poi i secoli e gli avvenimenti storici che li hanno caratterizzati e insieme a loro le famiglie dei grandi che hanno tenuto nelle loro mani le sorti di queste popolazioni. Oltre agli avvenimenti storici, anche quelli che hanno funestato la vita delle popolazioni: pestilenze, epidemie, malattie; poi tradizioni legate soprattutto al culto e ancora descrizioni del borgo medievale di Torriglia, del Castello dove si amministrava la giustizia dell'intero Feudo; la magia, le superstizioni e i sortilegi; la vita quotidiana delle Comunità e l'economia legata all'artigianato e  soprattutto all'arte del tessere. 
(g.o.)

Il museo del pizzo al tombolo. Rapallo - La manifattura, Mario Zennaro 1908-1968.
Ed. Sagep - Genova - 1990

dono del Sindaco di Rapallo


La ristrutturazione della splendida Villa Tigullio (costruita nel XVII secolo)  a Rapallo ha permesso l'apertura del "Museo del pizzo a tombolo", museo particolare e prestigioso che conserva un patrimonio storico-artistico della Liguria e che è il risultato di un lavoro di anni di ricerca attenta e scrupolosa.
Questa antichissima  arte prettamente femminile, di squisita bellezza,  riporta il lavoro paziente cosiddetto "a cuscino" di tante lavoranti della Terra del Tigullio, che ogni giorno creavano,  non solo per il mercato cittadino, ma anche per quello nazionale ed estero, delle vere opere d'arte di infinito gusto e squisitezza.
Mario Zennaro un attento intenditore, vissuto nella cultura artigiana dei merletti, è riuscito a creare raccolte e collezioni e, grazie al suo notevole impulso, fatto di costanza e di amore  per i pizzi al tombolo, ha contribuito all'apertura del museo.
Il Catalogo oltre ad offrire, con ricchezza di particolari e di illustrazioni tutte le varie tecniche di lavorazione del pizzo, gli strumenti, i disegni e i cartoni per la preparazione, i campionari, etc, offre una particolareggiata storia della "Manifattura Zennaro" e  rappresenta una eloquente testimonianza del più prezioso folclore locale proiettata all'apprezzamento e al  risveglio dell'amore verso questa preziosa arte. 
(g.g.)