Poesia Popular Salvadoreña

7 poesie su El Savador e il suo popolo in lotta. La prima e l'ultima sono di due autori famosi (R. Alberti e J. Cortázar), le altre sono di autori salvadoregni contemporanei o di persone comuni.

Traduzioni e note a cura del Comitato Centro-America.


INDICE

  • HAY QUE SALVAR A EL SALVADOR (Rafael Alberti)
    Nota e traduzione

  • EL IMPERIO (Samuel Carbajal, Julio de 1983)

  • RIO ROJO (Aurelio Najar)
    Nota e traduzione

  • LLAMADO DE URGENCIA

  • PRODUCTO DE PRIMERA NECESIDAD

  • EL DIA SIGUIENTE (Erika)
    Traduzione

  • La compañera (Julio Cortázar)
    Traduzione


    HAY QUE SALVAR A EL SALVADOR (Rafael Alberti)

    Siempre muertos y muertos y más muertos
    El Salvador. America.
    Aún yo tengo en mis ojos el cuartel de Ilopango,
    aquella madrugada,
    su recuerdo de sangre.
    Allí pase una noche, lluvia y viento,
    confusa de las sombras y los gritos
    de tantos campesinos fusilados.
    Y allí por vez primera oí tu nombre: Martí
    Lo supe y te cante:
    Los Yankis por los caminos.
    Martí se fue a Las Segovias
    con el general Sandino.
    Y supe de tu altura, tu firmeza y orgullo,
    de tu calma delante de la muerte.
    Lo supe y te cante:
    Sangre por pueblos alzados
    y campos de El Salvador.
    Martí cayó fusilado.
    El Salvador. America.
    Y Augusto Farabundo Martí que vuelve ahora
    levantando a los muertos, bandera de los vivos,
    y no habra militares ni armaduras de dolares
    ni tanta negra noche de asesinos y fauces
    poderosas de antiguos devoradores, dientes
    que te puedan matar, pues nunca has muerto.
    Lo sabe todo el mundo. Y ahora es tu canto:
    Frente de Liberación!
    Nacional! Frente a todos!
    Frente de Salvación!

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    Nota e traduzione

    Farabundo Martí fu uno dei principali dirigenti dell'insurrezione popolare del 1932 in Salvador contro il generale golpista Massimiliano Hernandez Martínez. Farabundo Martí, noto anche come "il negro Martí", fu in precedenza catturato molte volte per la sua attività' politica tra le fila del Partito Comunista Salvadoregno. Per qualche tempo lottò anche con Augusto César Sandino in Nicaragua. Molte volte fu espulso dal suo paese, ma vi ricompariva improvvisamente in mezzo al suo popolo in lotta. Altri leaders della rivolta popolare del 1932 in Salvador furono: Feliciano Ama (dirigente di organizzazioni indigene), Francisco Sanchez (dirigente contadino) e Mario Zapata e Alfonso Lima (studenti universitari). Il popolo occupò alcune caserme, ma era male armato e non era dotato di strategie ben pensate in quanto si trattò di un movimento essenzialmente spontaneo. L'insurrezione fu schiacciata nel sangue dall'esercito. Nella repressione crudele e selvaggia diretta dal gen. Martínez morì il 4% dell'intera popolazione salvadoregna di quel tempo (circa 30.000 persone). Tra questi anche Farabundo Martí, che fu fucilato il 1° febbraio 1932. Al nome ed alla figura di Farabundo Martí decisero di ispirarsi le 5 più importanti formazioni guerrigliere di El Salvador che si unirono nel Frente Farabundo Martí para la Liberación Nacional (FMLN). L'FMLN ed il popolo di El Salvador lottarono in una guerra sanguinosissima contro il governo appoggiato dagli U.S.A. per circa 10 anni, giungendo infine a firmare un accordo di pace nel 1992 che contenva ragionevoli fonti di speranza di una maggiore giustizia e distribuzione delle ricchezze per tutto il popolo. Queste speranze, a 4 anni dalla firma di questo 'storico' accordo di pace, sono però rimaste tali. Infatti, in seguito ai risultati delle elezioni del marzo 1994, viziati da consistenti brogli elettorali, il potere è rimasto nelle mani di un personaggio (l'attuale presidente Calderón Sol) coinvolto personalmente negli squadroni della morte che nella decade passata hanno terrorizzato la società civile salvadoregna. Incredibilmente, ciò fu rivelato prima (!) delle elezioni grazie alla declassificazione di numerosi documenti dell'archivio della CIA, prima "segretissimi".

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    BISOGNA SALVARE EL SALVADOR (Rafael Alberti)

    Sempre morti e morti e più' morti
    El Salvador. America.
    Anch'io ho negli occhi la caserma di Ilopango,
    quell'alba
    il suo ricordo di sangue.
    Là passai una notte, pioggia e vento,
    confusa di ombre e grida
    di tanti contadini fucilati.
    E là sentii per la prima volta il tuo nome: Martí
    Lo seppi e te lo canto:
    Gli Yankees per le strade.
    Martí se ne andò a Las Segovias
    con il generale Sandino.
    E seppi della tua altezza, della tua fermezza e orgoglio,
    della tua calma davanti alla morte.
    Lo seppi e te lo canto:
    Sangue per i popoli in rivolta
    e per i campi di El Salvador.
    Martí cadde fucilato.
    El Salvador. America.
    E Augusto Farabundo Martí che torna adesso
    resuscitando i morti, bandiera dei vivi,
    e non ci saranno militari né armature di dollari
    né tanta notte nera di assassini e fauci
    poderose di antichi divoratori, denti
    che ti possano uccidere, perché non sei mai morto.
    Lo sa tutto il mondo. E ora è il tuo canto:
    Fronte di Liberazione!
    Nazionale! Di fronte a tutti!
    Fronte di Salvezza!

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    EL IMPERIO (Samuel Carbajal, Julio de 1983)

    Imperio terrible
    maquina devoradora de hombres amantes de la paz,
    el amor y la justicia.
    Monstruo sagrado de los ricos,
    en tus entrañas llevas la podredumbre
    más apestosa del mundo.
    A tu paso solo dejas muerte y destrucción,
    hambre y miseria.
    Tus garras se han afilado más,
    cuando has empezado a sufrir reveses
    de parte de los explotados y oprimidos pueblos debiles.
    Y has amenazado convertir el mundo
    en una sepultura de toda la humanidad.
    Pero a nadie asustan tus amenazas llenas de maldad
    porque los pueblos han empezado a comprender
    que son capaces de vencerte.

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    RIO ROJO (Aurelio Najar)

    Mayo de mil novescientos ochenta
    en Chalatenango pasó algo fatal
    a mujeres, ancianos y niños
    los asesinó la Guardia Nacional.
    A 600 los halló la muerte
    buscando la vida en el río Sumpul
    que de pronto se tiñó de sangre
    perdiendo su viejo color verde-azul.
    Río rojo, río rojo
    el destino te debe una cruz,
    Río rojo, río rojo,
    ya no debes llamarte Sumpul,
    Río rojo, río rojo
    si hay un pueblo que no alce la voz
    por lo rojo de tus aguas
    a ese pueblo que los castigue Diós.

    Hoy la gente comenta misterio
    que llenan de asombro a todo El Salvador
    por la tragica suerte del río
    que ha sido testigo de tanto dolor.
    Una noche flanqueando la lluvia
    me fuí para el río por curiosidad,
    y encontré que era cierto lo que antes
    habia jurado que no era verdad.
    Sorprendido lloré preguntando
    porque estaba rojo como un corazón
    y el me dijo: me he vuelto bandera
    de Chalatenango y la revolución.

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    Nota e traduzione

    La poesia Aurelio Najar di si riferisce ad uno degli avvenimenti più terribili della guerra interna tra il movimento guerrigliero del FMLN e l'esercito ed il governo salvadoregni, appoggiati con aiuti finanziari e militari dagli U.S.A. Tali aiuti militari (non solo armi, dalle mitragliatrici e le bombe a mano fino ai jet supersonici A-37 dotati di bombe al fosforo bianco e napalm, ma anche la presenza di 'consiglieri' militari e l'appoggio diretto di truppe speciali come le Delta Forces), per 10 anni hanno toccato l'incredibile cifra di 1.000.000 DI DOLLARI AL GIORNO! Nelle regioni rurali l'esercito faceva solo delle puntate ( operativos ) con lo scopo non tanto di distruggere le formazioni guerrigliere, quanto di colpire la popolazione contadina che nel suo insieme appoggiava la guerriglia e rappresentava quindi, nella logica perversa dei generali e del governo salvadoregno, la base logistica dei ribelli da distruggere. Il risulato complessivo di questa strategia fu l'eccidio in 10 anni di circa 50.000 contadini, l'esodo in Honduras di più di 1.000.000 di profughi che scapparono dal massacro e di oltre 500.000 profughi interni. Durante uno di questi operativos l'esercito (in particolare la temutissima Guardia Nacional) distrusse diversi villaggi nella regione di Chalatenango, vicino al confine con l'Honduras. La gente scappó verso il confine, marcato dal fiume Río Sumpul, ma di fronte a sé trovo l'altrettanto feroce esercito honduregno, messo in allerta dal regime salvadoregno: per 600 bambini, donne, uomini, anziani non vi fu scampo. Furono tutti uccisi, facendo diventare rosso-sangue il tranquillo fiume Sumpul. Alcuni testimoni, scampati nascondendosi tra i cumuli di cadaveri o che riuscirono miracolosamente ad attraversare il fiume sfuggendo anche alle truppe hoduregne, hanno raccontato inoltre una serie di raccapriccianti atrocità commesse dai militari, accecati da una vera follia omicida. Come esempio, vorrei citare il trattamento riservato alle donne incinte, alle quali veniva squarciata la pancia con i machete da cui successivamente veniva estratto il feto che era buttato per aria in segno di scherno verso il nemico vinto (testimonianza ricevuta direttamente da un sopravvisuto). Ricordo ancora che questo non è che uno dei massacri di massa di contadini ad opera dell'esercito salvadoregno in questa guerra 'di bassa intensità'. Di dimensioni ancora maggiori fu, per esempio, quello di El Mozote, nella regione di Morazán, nel settore est di El Salvador, dove da diverse fosse comuni sono stati recuperati i corpi di più di 1000 contadini.

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    FIUME ROSSO (Aurelio Najar)

    Maggio del mille novecento ottanta
    in Chalatenango successe qualcosa di fatale
    a donne, anziani e bambini:
    la Guardia Nacional li assassinò.
    In 600 furono trovati dalla morte
    cercando la vita nel Río Sumpul
    che prontamente si tinse di sangue
    perdendo il suo vecchio colore verde-azzurro.
    Fiume rosso, fiume rosso
    il destino ti deve una croce,
    Fiume rosso, fiume rosso,
    ora non devi chiamarti Sumpul,
    Fiume rosso, fiume rosso,
    se c'e' un popolo che non alza la voce
    per il rosso delle tue acque
    che questo popolo sia castigato da Dio.

    Oggi la gente commenta il mistero
    che riempie di stupore tutto El Salvador
    per la tragica sorte del fiume
    che è stato testimone di tanto dolore.
    Una notte fiancheggiando la pioggia
    andai al fiume per curiosità,
    e trovai che era vero quello che prima
    avrei giurato non fosse verità.
    Sorpreso piansi domandando
    perché fosse rosso come un cuore
    e lui mi disse: sono diventato la bandiera
    di Chalatenango e della rivoluzione.

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    LLAMADO DE URGENCIA

    Yo quisiera que mi garganta
    se hiciera eco de mil voces
    y así poder gritarles a los guerreristas
    que ya basta de tanta guerra.

    Que se olviden por un instante
    de sus mezquinos intereses
    y piensen por un segundo
    en la humanidad.

    Suficiente con tanta miseria
    hambre y explotación que hemos pasado
    aún les queda tiempo de hacer
    algo bueno en este mundo
    Entonces esperamos, hagamos la paz.

    El cielo se alegrara
    los niños sonreirán felices en sus cunas llenas
    de amor y paz.
    El sol brillará más
    los ancianos podran morir
    tranquilamente llenos de paz
    se olvidará el color de la sangre
    las madres ya no llorarán
    al hijo devorado por las balas.

    Entonces el mundo se convertirá
    en un jardin lleno
    de olor a paz y amor.

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    PRODUCTO DE PRIMERA NECESIDAD

    Parece increíble, pero es una triste realidad
    que las armas se han vuelto
    producto de primera necesidad.

    A diario se ven en las revistas, periodicos
    y otros organos de informacion:
    "tal presidente invierte tantos millones
    en fabricas militares",
    mientras otros padecen hambre,
    desnutricion, no tienen casa
    y miles de seres humanos
    mendigan por las calles un pedazo de pan.
    Se daran cuenta, que el amor es más poderoso
    que la bomba de neutrones,
    que la bomba atomica, que las bombas quimicas
    y todas las armas del mundo.

    Porque el amor es capaz de convertirnos
    en verdaderos hermanos,
    porque el amor es capaz de llenarnos
    el corazon de alegría,
    es capaz de hacernos que amemos al projimo
    como a nosotros mismos,
    es capaz de convertir a todos los seres del mundo
    en seres verdaderamente felices.
    Convirtamonos de ahora en adelante,
    en fabricantes de amor.

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    EL DIA SIGUIENTE (Erika)

    Soy feliz
    por imaginar la alegría de mis padres al verme,
    subir la cuesta para llegar a casa.
    Mi camino de regreso huele rico a abrazos y cafe
    preguntas y queso.
    Soy feliz
    por conocerte en la vida y en la lucha
    ofreciendo una cara sonriente
    a pesar de las penas escondidas
    y de la soledad.
    Soy feliz
    por compartir un ratito del camino
    con mis compatriotas aqui.
    Sí, siempre me siento a gusto con ellos
    Y si los quiero mucho, es porque me recuerdan a mis padres.
    Muchas veces humillados por ser hijos del campo,
    desterrados, muchas veces calladitos por no saber
    expresarse en el idioma del poder.
    Siempre trabajando.
    Tragandose las verguenzas y las burlas,
    pero mis padres aunque viven ya son muertos,
    sueñan solamente en una vida más quieta
    con la larga esperanza de gozar uno del otro,
    dia tras dia.
    Mientras que nosotros estamos vivos,
    despiertos, listos a combatir
    y liberarnos de los opresores
    Listos para imaginarnos y construir un nuevo mundo,
    tan merecidos, casi listos para festejar ese dia,
    tan esperado, tal vez el más bello,
    el de la VICTORIA.
    Y no lo quiero soñar, lo quiero vivir.
    Ese dia de libertad total, ese dia de recuerdos y sueños,
    de tristeza, de alegria y de encuentros,
    de bulla, de silencio y felicidad.
    Ese dia tan soñado y si dificilmente imaginable.
    Ese ultimo día de descanso
    antes de sudar para cumplir
    con la gran labor de reconstrucción.
    Porque allá me esperan llenos de amor.
    Soy feliz
    porque tambien sé
    que
    RE-GRE-SA-RE'

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    Traduzione

    IL GIORNO SEGUENTE (Erika)

    Sono felice
    all'immaginare l'allegria dei miei genitori nel vedermi
    salire il versante per arrivare a casa.
    Il mio cammino di ritorno profuma di abbracci e di caffé
    domande e formaggio.
    Sono felice
    di conoscerti nella vita e nella lotta
    offrendo un viso sorridente
    nonostante i dolori nascosti
    e la solitudine.
    Sono felice
    di condividere un pezzetto del cammino
    coi miei compatrioti qui.
    Sì, mi sento sempre bene con loro
    E se gli voglio molto bene, è perché mi ricordano i miei genitori
    Tante volte umiliati per il fatto di essere figli del campo,
    senza terra, molte volte silenziosi per non sapersi
    esprimere nell'idioma del potere.
    Lavorando sempre.
    Inghiottendo le vergogne e gli scherni,
    ma i miei genitori anche se vivono sono già morti,
    sognano solo una vita più tranquilla
    con la lunga speranza di godere uno dell'altro,
    giorno dopo giorno.
    Invece noi siamo vivi,
    svegli, pronti a combattere
    e a liberarci dagli oppressori.
    Pronti ad immaginarci e costruire un nuovo mondo,
    tanto meritato, quasi pronti per festeggiare questo giorno,
    tanto sperato, forse il più bello,
    quello della VITTORIA.
    E non voglio sognarlo, voglio viverlo.
    Questo giorno di libertà totale, questo giorno di ricordi e sogni,
    di tristezza, di allegria e di incontri,
    di lotta,di silenzio e di felicità.
    Questo giorno tanto sognato e così difficilmente immaginabile.
    Questo ultimo giorno di riposo
    prima di sudare per portare avanti
    il grande lavoro di ricostruzione.
    Perché là mi aspettano pieni di amore.
    Sono felice
    perché so anche
    che
    TOR-NE-RO'

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    La compañera (Julio Cortázar)

    Más que nunca, la poesia.
    Hoy más que nunca su exorcismo de chacales, su llamarada
    purificadora, su memoria obstinandose. Azotada
    por la historia vertiginosa, en la que nos perdemos
    bajo el torbellino cotidiano de la información, la poesia
    más que nunca: sus ojos selectores fijando lo que no tenemos
    derecho de olvidar, salvando piedras blancas,
    pájaros, instantes como fogonazos de flash, la belleza, la
    dignidad de la vida. Más que nunca allí donde buitres de
    fuera y de dentro se ensañan contra los ojos abiertos de
    un pueblo, arrancan y desgarran las flores de la sonrisa y
    el sueño, carroñas de si mismos, millonarios y coroneles
    oliendo a muerte; contra ellos, más que nunca, la poesia.
    En la memoria de los hombres que luchan, ella es
    siempre una vela de armas, la luz del fogón en la espesura
    de los montes, el trago de agua, la que lleva de la mano
    a la batalla y al reposo. Y, con ella de la mano, el pueblo
    de El Salvador entrara en su primera mañana de libertad y de
    jubilo. Más que nunca, la poesia, porque
    en ella anida el futuro.

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    Traduzione

    La compagna (Julio Cortázar)

    Più che mai, la poesia.
    Oggi più che mai il suo esorcismo di sciacalli, la sua fiammata
    purificatrice, la sua memoria che si ostìna. Frustata
    dalla storia vertiginosa, in quella che abbiamo perso
    nel vortice quotidiano della informazione, la poesia
    più che mai: i suoi occhi che scelgono fissando ciò che non abbiamo
    il diritto di dimenticare, salvando pietre bianche,
    uccellini, istanti come lampi di flash, la bellezza, la
    dignità della vita. Più che mai lì dove avvoltoi
    stranieri e nostrani si accaniscono contro gli occhi aperti di
    un popolo, strappano e stracciano i fiori del sorriso e
    del sogno, carogne di sé stessi, milionari e colonnelli
    che puzzano di morte; contro di loro, più che mai, la poesia.
    Nella memoria degli uomini che lottano, lei è
    sempre una insonnia di armi, la luce del falò nello spessore
    dei monti, il sorso d'acqua, quella che porta dalla mano
    alla battaglia e al riposo. E, con lei nella mano, il popolo
    di El Salvador entrerà nella sua prima mattina di libertà e di
    giubilo. Più che mai, la poesia, perché
    in lei si annida il futuro.

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