Trovo alquanto sconcertante la lettera "Orientalavoro funziona", pubblicata il 5 c.m. sulla Gazzetta di Parma, in cui l'assessore provinciale alla formazione professionale Carmen Motta replicando a una giovane laureata disoccupata la incoraggia e le suggerisce di rivolgersi a Orientalavoro, al che l'interessata risponde a puntino con lettera pubblicata il 13 c.m.. Anch'io non so proprio quanto potrebbe servire seguire un simile consiglio, perche' ho trovato tale servizio molto carente: (1) dopo circa tre anni di attivita' non e' ancora possibile usare il loro computer come terminale gratuito di Internet per cercare lavoro in Italia e all'estero, inviando curriculum e possibilmente svolgendo i colloqui di assunzione per via telematica, senza costosi viaggi (in parole povere dopo tre anni non sono ancora state capaci di accendere il computer, pagato con denaro pubblico, proprio come i loro stipendi), (2) "non hanno informazioni sull'estero" (grave per chi e' disposto o, come me, vuole andarsene da questo paese, e vedere come vengono spesi i soldi che diamo allo Stato non induce certo a cambiare programma), (3) hanno ben poco sul resto d'Italia e soprattutto, come per l'estero, non mettono a disposizione collegamenti telematici con altre localita' (Uffici del lavoro, banche dati, aziende), (4) dicono di essere al servizio delle aziende locali (sembra di essere nel Medioevo, ai tempi dei servi della gleba!), ma anche su queste sanno ben poco (ad esempio in quali aziende lavorino programmatori SW e che linguaggi usino, e magari quali di costoro stiano per andare in pensione, per fare una ricerca di lavoro mirata ed efficiente)(e come si fa a gestire correttamente gli ingenti fondi stanziati per la formazione professionale se non si sa nemmeno che lavori si fanno nelle aziende e di che qualifiche ci sara' bisogno in un prossimo futuro?), (5) dicono che la prima cosa e' sapere per cosa si e' portati, ma non fanno test attitudinali, e (6) per fornire un esempio del livello e della cortesia tipiche delle prestazioni di Orientalavoro, quando, essendo venuto a sapere che in base a una vecchia legge gli emigranti hanno diritto al passaporto gratuito, ho chiesto l'esatta definizione di "emigrante" (visto che secondo l'ufficio passaporti della questura emigrante sarebbe chi ha gia' trovato lavoro e residenza all'estero, il che a me sembrava piu' la definizione di "emigrato", che a quel punto probabilmente il passaporto l'ha gia' o non sa piu' che farsene, a meno che non voglia tornare in Italia per le elezioni a premiare col proprio voto quei politicanti che l'hanno messo in condizione di doversene andare all'estero per trovare il modo di sbarcare il lunario) mi hanno detto di "guardare sul dizionario". Certo anche gli altri servizi per l'impiego non sono dei capolavori. L'Ufficio del lavoro in 12,7 anni non ha saputo collegarsi agli altri (come prescritto dalla L. 56 del 1987) ne' alle banche dati come ErgOnLine (nella quale mi ero registrato in occasione di Crescere per competere dell'Ottobre 1998, ma da allora non sono mai riuscito ad accedervi tramite Internet, nonostante vari scambi di EMail con il Webmaster del Ministero del lavoro, i tecnici della Finsiel, e un tentativo dal vivo fatto il 2/10/99 allo SMAU dal dr Roberto Loca, collaborare del suddetto Webmaster)(e mentre dal 28/9/99 sul sito minlavoro.it Parma figura come uno degli sportelli attivi di ErgOnLine, quando il 7/10/99 mi sono recato all'Ufficio del lavoro di Parma la signora Bonati mi ha detto che il collegamento a ErgOnLine e a tutte le altre banche dati anche estere, pubbliche e private, cui direttamente o indirettamente si puo' accedere tramite la rete del Ministero del lavoro non c'e', o meglio, molto kafkianamente, pare ci sia, ma per qualche misteriosa ragione non si puo' usare e non si sa se e quando si potra' farlo). L'Informagiovani del Comune di Parma, pur disponendo di computer, tiene uno schedario di curriculum vitae e domande di lavoro cartaceo, e ogni quattro mesi bisogna andare li' a riscrivere tutto, anche quando nessun dato personale e' cambiato; non so se e a quanti tutto questo sia servito per trovare lavoro. La sala multimediale promessa ai cittadini dall'allora candidato Sindaco Ubaldi non si e' ancora vista, e computer multimediali (cioe' con 200-300 lire di telecamera e microfono come accessori) possono servire per videoconferenze, ma anche per sostenere colloqui di assunzione senza spendere milioni per recarsi di persona a New York o Stoccolma. Eures, il servizio per lavorare in Europa non ha una banca dati delle domande di lavoro, per cui non ci si puo' registrare una volta per tutte e attendere una chiamata, ma si deve in continuazione telefonare (e nonostante varie sollecitazioni non hanno ancora nemmeno un numero verde!) o recarsi a Bologna, dove ha sede l'euroconsigliere per l'Emilia-Romagna, ed anche il colloquio-verifica delle qualifiche avviene per ogni possibile lavoro, e non una volta per tutte, dopo di che non e' detto si possa partire con un contratto di assunzione in tasca, ma c'e' il rischio di ricevere al massimo un invito a un ulteriore colloquio, presso l'azienda estera, in genere presso la loro sede e a spese proprie; non potendo usare l'Ufficio del lavoro di Parma come terminale gratuito per comunicare con l'euroconsigliere e poi con le aziende, ci si trova di fronte un meccanismo inutilmente complicato, inefficiente e molto dispendioso, per cui non c'e' da stupirsi che quando qualche euroconsigliere viene intervistato eviti in utti i modi di fornire dati precisi sui risultati di questo servizio (che pero' si possono trovare su Eurostat, e sono desolanti). Quanto ai paesi extraeuropei, come USA, Canada, Australia e Israele, una volta scomparse le vecchie buone liste per emigrare, cui ci si iscriveva e poi bastava aspettare, senza spendere una lira, partendo solo quando arrivava una chiamata (quindi un lavoro sicuro) pare che per il Ministero del lavoro questi non esistano nemmeno, e chi vuole andarsene deve cercare di farlo coi propri mezzi e i propri soldi, se ne ha. Quanto ai servizi privati per il collocamento, in primis le agenzie di lavoro interinale, non hanno nulla da invidiare a quelli pubblici, ne' come quantita' di lavoro che procurano ai disoccupati (secondo certe statistiche meno di un mese all'anno, per chi viene chiamato, ma se si fa la media tenendo conto anche di tutti coloro che non vengono chiamamti siamo molto vicini allo zero), ne' come limitazioni e burocrazia d'ogni genere (anche qui tutti sono al servizio solo delle aziende locali, dei lavori all'estero pubblicizzati nei loro spot neanche parlarne, e gia' Borgotaro per loro e' troppo lontano; se un residente a Parma passando da Milano si imbatte in Interiman e chiede di registrarsi gli rispondono che deve recarsi a Bologna, e se suona al campanello di Hit in piazzale Dalla Chiesa gli dicono che deve andare a Modena per farsi fissare un appuntamento). Dopo aver provato tutti questi servizi di collocamento, formazione e orientamento l'impressione e' che servano piu' che altro a far avere uno stipendio a chi ci lavora (o perlomeno sta li' dentro), tenere impegnati i disoccupati (mentre un unico servizio di collocamento, centralizzato sul modello tedesco (vedere il sito http://www.arbeitsamt.de) e collegato ai servizi omologhi degli altri paesi potrebbe funzionare molto meglio, e con piu' efficienza, di innumerevoli uffici e agenzie dispersivi e mal coordinati tra loro) e creare l'illusione che si stia facendo qualcosa, mentre gli unici che riescono veramente a sistemarsi presto e bene nei paesi della Unione Europea pare siano gli extracomunitari (nessuno stupore quindi se Haider sta avanzando, per ora in Austria, poi si vedra'). Comunque, anche se Orientalavoro non e' l'unico servizio per il collocamento su cui dei cittadini abbiano da ridire (e purtroppo pare che proprio esso sara' destinato a fungere da "centro" di tutte le attivita' relative a orientamento, formazione, collocamento), l'assessore Motta, prima di invitare la gente a recarvisi, avrebbe dovuto avere l'accortezza di andare a vedere se e come funziona.