TITOLO DELLA TESI DI LAUREA.

"Anticorpi destinati all’immunoterapia antivirale in piante transgeniche: sostituzione delle regioni ipervariabili in un frammento anticorpale (scFv) stabile e funzionale nel citoplasma di cellule vegetali".





SINTESI DELLA TESI DI LAUREA

Le recenti scoperte sull’ingegnerizzazione degli anticorpi ed in particolare la manipolazione dei geni che codificano per le immunoglobuline, hanno reso possibile l’espressione dei domini responsabili del legame con l’antigene, in organismi eterologhi quali batteri (Skerra & Pluckthun 1988, Science, 240: 1038), lieviti (Horwitz et al., 1988, P.N.A.S., 85: 8678) e piante(Hiatt et al., 1989, Nature: 342: 76). La possibilità di esprimere anticorpi specifici in piante transgeniche, rappresenta una nuova e valida strategia per la difesa contro l’attacco di patogeni vegetali. Questa strategia nota come "immunoterapia" genica delle piante, è stata adottata con successo per la protezione contro le infezioni virali. Un frammento anticorpale a singola catena (scFv-F8)

Anticorpo scFv F8


struttura di un frammento scFv

derivato da un anticorpo monoclonale specifico per il virus vegetale AMCV (virus dell’arricciamento maculato del carciofo), e` stato espresso in piante transgeniche di Nicotiana benthamiana, conferendo una significativa protezione contro l’attacco virale(Tavladoraki et al.,1993, Nature: 366: 469). La principale limitazione di tale strategia e` rappresentata dalla scarsa stabilita` e funzionalita` delle molecole anticorpali quando queste sono espresse nel citoplasma. È in questo distretto cellulare infatti, che si svolgono molte fasi del ciclo replicativo virale. Quindi, per una efficace immunoterapia nel citoplasma, è necessario selezionare molecole dotate di particolari caratteristiche di stabilità. Recenti studi condotti in vivo sulla molecola scFv-F8 hanno evidenziato che essa viene espressa in forma solubile e funzionale nel citoplasma di cellule vegetali (Tavladoraki et al., 1993) e di cellule di Escherichia coli (Tavladoraki et al. in preparazione). Nella prima fase del lavoro sperimentale è stata effettuata la purificazione mediante cromatografia di affinità, dell’anticorpo scFv-F8 espresso in E.coli, al fine di poter studiare le caratteristiche di stabilità dell’anticorpo impiegando tecniche di spettroscopia di fluorescenza. In una fase successiva, è stata costruita, sulla base di un modello strutturale elaborato al calcolatore, una nuova molecola scFv che fosse dotata della medesima stabilità del scFv-F8 ma con una specificità antigenica diversa. A tale scopo sono stati sostituiti alcuni residui amminoacidici delle sei anse ipervariabili dell’anticorpo scFv-F8, responsabili del legame con l’antigene, con residui dell’ anticorpo modello D1,3 specifico per il lisozima (HEL- hen egg white lysozyme).

Anticorpo a sigola catena scFv D1,3



La costruzione di tale molecola ricombinante è stata condottautilizzando tecniche di mutagenesi sito-diretta. L’anticorpo cosi’ ottenuto,denominato scFv-F8MUT, è stato espresso nel citoplasma di E.coli.
L’analisi dell’espressione mediante "Western blot" ha dimostrato che la molecola e' presente in forma stabile e solubile nel citoplasma ed ha indicato pertanto, che le sostituzioni amminoacidiche effettuate non avevano alterato la stabilità strutturale della molecola. L’analisi della funzionalità del scFv-F8MUT, mediante saggio ELISA, ha tuttavia mostrato l’assenza di specificità antigenica per il lisozima,indicando che la mutagenesi effettuata in base al modello elaborato al calcolatore, pur mantenendo le caratteristiche di stabilità della molecola, non è stata tuttavia in grado di conferire nuova specificità antigenica. Il primo obiettivo del lavoro sperimentale, dimostrare cioè che è possibile modificare le regioni ipervariabili di un scFv mantenendo le caratteristiche di stabilità della molecola, è stato raggiunto;mentre l’obiettivo di riuscire a variare la specificità per l’antigene della nuova molecola scFv, non è stato raggiunto. In un prossimo futuro si prevede una piu’estesa sostituzione di residui amminoacidici, che dovrebbe permettere di raggiungere l’obiettivo prefissato: la costruzione di una molecola scFv stabile e dotata di diversa specifità antigenica. La finalità è quella di poter disporre di molecole anticorpali stabili e con la voluta specificità, da impiegare con successo nella immunomodulazione di funzioni fisiologiche o patologiche che si svolgono nel citoplasma.

 
 

 

 
 

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