Jenny McCarthy















(Articolo tratto da PLAYBOY di Febbraio 2000):
     È una delle personalità più vincenti dello showbusiness degli ultimi anni. Simpatica, brava, terribilmente sexy, naturalmente cortegiatissima e, ovviamente, invidiatissima. Stiamo parlando di Jenny McCarthy, nata a Chicago il 1° novembre 1972. Cresciuta con tre sorelle, ha dovuto lasciare l'università dell'Illinois per difficoltà economiche, gettandosi nella mischia delle passerelle. Era il 1992 quando Jenny diventò modella. Ma lei, lo dicevano, è fortissima, e dunque eccola già solo un anno dopo eletta Miss Ottobre sul Playboy americano e, subito dopo, Playmate dell'anno, guadagnando la bellezza di 100.000 dollari sull'unghia. Niente male eh? Era chiaro fin da allora che Jenny si stava preparando una carriera fulminante, come in effetti è stata. Scartando in seguito diversi servizi fotografici, la McCarthy ha sparso l'oro dei suoi capelli anche sul Sunset Boulevard ed è approdata, com'era naturale pensare, al cinema. Tra i suoi titoli possiamo ricordare la stupenda infermiera bionda in Cosa fare a Denver quando sei morto con Andy Garcia, nel 1995, ma anche il demenziale The Stupids nel 1996. Adesso però, dopo la cancellazione della sua sitcom The Jenny McCarthy Show, Jenny si è presa una pausa di due anni dallo show business. È tornata sulla scena, e per il grande schermo recita insieme a Kirk Douglas nel film Diamonds, diretto dal marito John Asher. L'abbiamo intervistata per saperne di più su questa esperienza e per farci raccontare com'è lavorare con Douglas.
Da dove prende tutta la sua energia? Sembra essere sempre sotto adrenalina.
     «Non bevo mai caffè, lo odio, mentre adoro lavorare. Sono sempre stata molto energica. Quando torno a casa crollo sul letto, ma quando lavoro non mi fermerei mai. Mi piace lavorare duro».
C'è una bellissima scena d'amore con Corbin Allred in Diamonds. Ce ne vuole parlare?
     «Volevo renderla più veritiera possibile, quindi ne parlai con John Asher prima ancora di accettare la parte, per convincerlo a cambiare un po' la scena, in modo che potessi parlare del mio primo vero amore, Tony. John si dichiarò d'accordo, e la scena è venuta benissimo, anche perché prima di girare mi ero lavorata Corbin un bel po'. Non gli avevo parlato per tutta la giornata, ma gli lanciavo degli sguardi allusivi dall'altra parte della stanza, e così si è creata tra noi una bella carica di energia. È stata una situazione piena di forza, che mi ha veramente coinvolta, facendomi realmente pensare al mio primo amore. Una grande esperienza».
Come si giravano le scene d'amore sul set di Diamonds?
     «Era un set precluso agli estranei. Sua madre era chiusa fuori, e questo ha reso tutto ancora più divertente. Corbin era molto nervoso, e io ne ho tratto vantaggio. Ho fatto in modo che fosse spaventato da me, ma quando abbiamo finito di girare la scena, sono stata dolcissima con lui. Durante le riprese, però, ero proprio terribile. È stato un divertentissimo scambio di ruoli. La sceneggiatura era scritta benissimo».
È difficile, per una donna bella come lei, ottenere un buon ruolo, evitare il rischio dello stereotipo?
     «Certo, ma io sto cambiando. Negli ultimi due anni sono stata zitta e buona, e non ho dato modo alla stampa di parlare di me. Dopo la cancellazione del mio show mi sono presa una pausa per decidere cosa veramente volessi fare. Era la prima volta che non stavo sotto contratto, quindi dovevo essere molto selettiva. Il copione di Diamonds mi è arrivato sei mesi dopo, e mi è piaciuto immediatamente. Certo, è il ruolo di una prostituta, ma sapevo di poterci aggiungere qualcosa che la gente non si sarebbe aspettata da me. Forse è per questo che è venuta tanto bene, perché ci ho lavorato sodo e perché volevo veramente dimostrare qualcosa. Mi rendo conto che non è il massimo che si sia visto sugli schermi, ma per me è abbastanza, anche perché sto crescendo professionalmente. Di certo non andrò in giro sbattendo questa parte in faccia alla gente e dicendo “Ehi, eccomi qua, sono la regina della recitazione e questo è il mio ruolo principale!”. Sto semplicemente facendo le cose un po' alla volta, e mi piace così».
Che impressione le ha fatto lavorare con Kirk Douglas?
     «Enorme. Appena arrivata sul set, il primo giorno di lavorazione, mi comunicarono che le prime scene erano proprio con lui. Poi sono state tagliate, ma è stato ugualmente bellissimo vedere come lavora Kirk, ti faceva sembrare tutto così facile! È grande, lavora con gli occhi. Quello che è riuscito a fare nelle sequenze girate nel bordello mi ha lasciato senza parole. Dopo questo film è diventato il mio eroe. E la chimica che c'è tra lui e Lauren è ancora più sorprendente».
E com'è lavorare con Lauren Bacall?
     «Le sono piaciuta un sacco e questo mi ha sorpreso. Chiacchierava con me e io pensavo: “Dio santo, Lauren Bacall sta chiacchierando con me in un angolo del set!”. Ero veramente sorpresa. Le piacevo tanto, non ho ancora capito il perché».
Cosa ha imparato dalle esperienze vissute negli ultimi due anni?
     «Tanto. Credo che se avessi continuato a lavorare nel modo in cui lavoravo prima, sarei diventata una persona molto triste. Avevo bisogno di questa pausa, avevo bisogno di subire l'umiliazione della soppressione del mio show. Questo mi ha permesso di fermarmi un attimo e respirare, ed è una cosa necessaria nello show business, così puoi mettere a fuoco il tutto e capire cos'è importante e cosa non lo è. La carriera di chi lavora in questo settore dovrebbe essere in continuo movimento e cambiamento, altrimenti è inutile, meglio lasciar perdere. Lavoro sempre con passione e dedizione e mi piace pensare che sto facendo sempre del mio meglio, che sto prendendo le decisioni giuste per il mio futuro. Con questo tipo di mentalità, lavorare bene è più facile».
Il fatto di essere stata una Playmate di Playboy le ha creato difficoltà?
     «Sì, sin dai tempi di MTV. Sto lavorando molto, sperando che la gente prima o poi inizi a pensare a me come a un'attrice, non come a una ex-Playmate. So che prima o poi succederà, devo solo essere paziente».
Come sarà, un giorno, prendere Playboy, mostrarlo ai suoi figli e dir loro: «Guardate, questa è la vostra mamma»?
     «Ci penso già da adesso, lo farò quando sarò anzianotta. Dirò loro: “Guardate che opera d'arte!”. Ma in questo momento il mio più grande desiderio è poter uscire da quello stereotipo, ottenere ruoli che prescindano dal mio aspetto fisico. Mettere da parte il passato e comportarmi come un'attrice, e non più come una pin-up, fa parte del mio processo di crescita. Non vedo l'ora che arrivi quel giorno».
È più difficile recitare in una commedia o in un film drammatico?
     «Sfortunatamente ho iniziato con una commedia. Una parte drammatica è più facile, ti viene da dentro, non devi cercare di far ridere la gente. È come quando racconti una barzelletta e nessuno ride perché la tua versione non è buona come quella di chi l'ha raccontata a te. Tutto sta nel modo di raccontare le cose, nel rispetto dei tempi e nel riuscire a far ridere davvero. Se ti piace farlo, dovrebbe essere facile. A me piace molto, ma voglio fare più esperienze, far conoscere altri aspetti della mia capacità interpretativa».
Pensa di tornare un giorno in televisione?
     «Ci tornerò solo se mi verrà offerta una buona occasione. Non mi va di continuare con le commedie da mezz'ora, non le trovo divertenti. Forse la cosa migliore sarebbe una tragicommedia».
Lei adesso è bruna. Come mai questo cambiamento di look?
     «Ho appena finito un film, Whitebred, diretto sempre da John Asher. L'ho fatto per la parte: la donna nel film è una dal cuore duro, e i miei lineamenti delicati non andavano d'accordo col personaggio. Volevo che fosse credibile. Quando entro in scena per la prima volta, in Diamonds, la gente dice “quella è Jenny McCarthy”. Ho voluto dare un taglio, e poi il personaggio di Whitebred è completamente differente, molto più duro».
Ma lei è una bionda naturale, no?
     «Macché! Sono bruna e con i capelli grossi come fil di ferro. Il mio colore naturale è talmente scuro che quando iniziai a usare l'acqua ossigenata, da adolescente, ne consumavo ettolitri. Quando ho deciso di tornare bruna ho notato che non avevo più il problema della ricrescita, così ho deciso di tenere questo colore per un po'».
Quando ha capito che si stava innamorando di John?
     «Dal momento in cui me l'hanno presentato e gli ho stretto la mano. Era molto preso dal film, ma cercava anche di farmi capire che gli piacevo. Non ha fatto una mossa finché non abbiamo finito. Era ora di tornare a casa, e allora l'ho baciato. Dovevo farlo, ero troppo innamorata. Non sono una ragazza facile, ma sapevo che era l'uomo che avrei sposato, così l'ho baciato».
Prima di incontrare John, pensava di poter avere dalla vita una bella carriera ed anche una vita privata gratificante?
     «Certo che no. Non ci credevo, mi dicevo: “È tutto inutile”. Avevo alle spalle una relazione di quattro anni che non mi aveva soddisfatto e pensavo: “Ho una splendida carriera, non posso avere anche l'amore. Quindi, meglio concentrarsi sul lavoro e rassegnarsi ad una vita privata poco soddisfacente”. Mi sbagliavo di grosso. Certo, non succede a tutti, ma può capitare, ne sono certa».
Cosa fa nel tempo libero?
     «Sono una vera eremita, mi creda. Non mi piace uscire, preferisco starmene a casa, navigare in Internet, leggere, giocare con la PlayStation insieme a John, insomma tutto pur di non uscire. Anche le mie vacanze sono molto tranquille».
Le piace fare esercizio fisico?
     «Lo faccio, ma non è un hobby. Lo odio con tutto il cuore, ma è un buon sistema contro lo stress».
Pensa di rappresentare un modello per le ragazze, visto anche che lei non è la tipica modella anoressica ma, diciamo, una donna vera?
     «Non credo sia solo un discorso fisico. Per quanto ho capito dalla posta delle mie fans, ho dato loro più forza, più grinta. Sanno che se a scuola i ragazzi fanno i cretini, possono tranquillamente andare lì e dargli un pugno in faccia. E questo mi rende orgogliosa».
Ha mai visto qualcuno dei suoi siti Web?
     «Ogni tanto ci faccio un giro, ma la maggior parte delle volte è tutta roba di nudo, magari con una e-mail con l'indirizzo di un sito intitolato a mio nome: sono andata a vederlo e c'erano foto di una biondina insieme ad un asino, o qualcosa del genere. Mi sono detta “Ma che diavolo...?”. È semplicemente ridicolo, ma non ho la forza di fermare tutti quelli che vogliono speculare sul mio nome. Non ci faccio più caso, ormai».
Ci può raccontare qualcosa del film Scream 3?
     «Negli Usa esce adesso. Posso solo dirvi che è un film. Io faccio la parte del personaggio originale, e Parker Posey fa la parte di Courtney Cox. Ci devono essere un sacco di morti nel film, perché ho visto il killer Ghostface tutti i giorni, sul set. È un po' sciocco, ma è un buon film, e la mia è una bella parte (ride)».
Come le è sembrato lavorare con Wes Craven?
     «Il primo giorno dovevo girare una scena in una stanza semplicemente terrificante. Prima ancora di dire “azione” Wes ha cominciato a dire frasi del tipo: “Oh oh, ma è un mostro quello lì? Azione!”. Io ridevo come una matta, ma lui era serio!».
Aver abbandonato, almeno per il momento, i ruoli comici, le ha consentito di rilassarsi un po'?
     «Il modo in cui lavoravo prima richiedeva tantissima energia, e io ne avevo davvero tantissima. Però è bello poter fare le cose con più calma, non dover spalancare la bocca per ore e ore».
Torniamo alla vita privata: si è sentita timida, all'inizio, con John?
     «Sì, ero molto timida, però sono riuscita ugualmente a dirgli che l'amavo e che volevo sposarlo. Il fatto è che mi aveva stregata».
Che ne pensa, oggi, dei suoi primi film?
     «Be', erano film di gavetta. Things to do in Denver when you're dead, per esempio, era un gran film, ma io ero solo una comparsa. Davo da mangiare a Christopher Walken, che stava su una sedia a rotelle. In The Stupids avevo una piccola stupida parte in uno stupido film. Anche in Basketball ho fatto solo una stupida comparsata. Ma tutto mi è servito per abituarmi a stare sul set, per vedere come ci si muove nel mondo del cinema, visto che fino a quel momento la mia principale attività era strillare di fronte ad un pubblico».



Le foto.


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