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Bormio: montagna o lunapark?
 

13 Febbraio 2005, si chiudono i mondiali di sci a Bormio.

Sono alcuni giorni che Bormio è sotto gli occhi dei media per i mondiali di sci. Quello che viene maggiormente sottolineato è la scarsa affluenza di turisti rispetto a quanto previsto. Sciando sulle piste di Bormio sicuramente colpisce l'assenza delle code che hanno caratterizzato gli ultimi anni. Bormio infatti per anni è rimasta molto indietro rispetto alle altre località turistiche in quanto dotata di impianti assolutamente inadeguati ed obsoleti.

Fino ad un paio di anni fa non esistevano né seggiovie coperte né seggiovie ad aggancio rapido: solo vecchi impianti lentissimi che costringevano gli sciatori a lunghe code nonché a lunghe risalite. Chi voleva sciare si trovava più spesso seduto su un impianto troppo lento che sugli sci.

Forse per questo motivo il circo bianco di Bormio ha sempre ospitato decine di alberghi e ristoranti raggiungibili direttamente con gli sci, privilegiando una clientela orientata più allo slalom tra i vari piatti tipici Valtellinesi che sulla neve con gli sci.

Da un paio di anni a questa parte però, in vista dei mondiali di sci alpino, gli addetti del settore hanno lavorato alacremente. sono state smantellate tutte le vecchie seggiovie per far posto a 4 nuovi impianti veloci.

Per motivi però sconosciuti gli impianti nuovi non hanno seguito il tracciato dei vecchi, quindi è stato necessario abbattere numerosi alberi. E' stata fatta anche una nuova pista che dalla Rocca porta al Ciuk, effettuando un disboscamento significativo.

Ma le esigenze create dai mondiali erano anche altre, e quindi è stato modificato il profilo orografico della montagna. Le piste sono state allargate sbancando vari punti della montagna, tanto da renderla quasi irriconoscibile per chi la conosce.

Il colpo d'occhio è impressionante e ci si chiede come mai si sia potuto arrivare a tanto. Ci possiamo immaginare lo spiegamento di risorse per "appiattire" la montagna, per un risultato sicuramente discutibile.

Possiamo ipotizzare che i pesanti interventi siano stati attuati per "mettere a norma" la montagna che forse non rispettava i parametri della legge 626?

In un mondo dove ci sono uomini che muoiono di fame, che vengono travolti dai terremoti e dai maremoti ci permettiamo di investire le nostre risorse per appiattire una montagna.

Ma sopratutto modifichiamo quello che ha creato la natura, intervenendo su qualcosa più grande di noi, che senza il nostro intervento sopravviverebbe sicuramente all'intero genere umano.

Ad aggravare la situazione è lo scarsissimo innevamento nella zona: non essendoci state precipitazioni di rilievo praticamente si scia solo su neve artificiale. Anche qui gli sprechi di risorse per coprire una montagna così grande con un mantello di neve artificiale sono evidenti.

Ogni singolo cannone con 8 ore di funzionamento può consumare 160.000 litri di acqua, oltre ad uno spropositato consumo energetico (fino a 27 kW per ogni singolo cannone). L'acqua è un bene pubblico che non possiamo permetterci di sprecare in questo modo.

E nonostante gli sforzi e l'enorme spreco di energie il risultato è davvero pessimo: alla meglio si fa slalom tra un sasso e l'altro, alla peggio si scia sui sassi rovinando gli sci.

Sarebbe stato più onesto da parte dei gestori aprire solo una parte delle piste evitando spiacevoli sorprese agli sciatori che hanno magari acquistato un paio di sci nuovi.

Ma gli sprechi non finiscono qui: ci si chiede come mai non sia stato utilizzato questo evento mediatico che ha coinvolto tutto il mondo per spingere le olimpiadi di Torino 2006.

Ombre anche sullo sciopero del sindacato Rai LiberSind che ha costretto a rinviare la disputa del gigante maschile del 9 febbraio...

 

 
 
 
 
 
 

 

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