Il Fatto

Un giorno di primavera del 1947 un ragazzo beduino di una banda di contrabbandieri chiamato Muhammed, il lupo, alla ricerca di una capra perduta sulle rupi ad Ovest del Mar Morto, nota l'entrata di una caverna mai vista prima. Dentro scopre delle antiche giare con lunghi rotoli manoscritti. Seguì negli anni, la scoperta di altre undici grotte vicine e tutte con manoscritti, erano i resti dell'insediamento monastico degli Esseni a Qumran, una corrente dell'ebraismo poco conosciuta se non per gli accenni tramandati dallo storico Giuseppe Flavio e dal filosofo Filone.

Il monastero di Qumran fu abbandonato di fronte alle armate romane di Vespasiano in marcia verso Gerusalemme nel 68 d.C.

Tutte le grotte contenevano scritti in ebraico e aramaico eccetto la grotta 7 dove nel 1955 vennero scoperti 19 frammenti scritti in greco.

Particolare delle grotte di Qumran

Lo Scoop

Il frammento numero 5, che conteneva alla quarta riga le lettere -nnes- fece pensare

alla parola egennesen (generare) tipica delle sezioni genealogiche dell'Antico Testamento (AT). Nessun passo dell'AT venne trovato corrispondente mentre da parte sua il papirologo britannico Colin H Roberts, in base a criteri scientifici di datazione della scrittura, collocò questo frammento non oltre il 50 d.C.

Tutte le autorità scientifiche escludevano a priori che potesse trattarsi di un frammento dei Vangeli.

Era ed è infatti universalmente stabilito che i tre sinottici (Matteo, Marco e Luca) siano stati scritti fra il 70 e il 100 d.C. Attorno al 1971, un esperto di papirologia greca, il gesuita José O' Callaghan riprese a verificare tutto il vecchio Testamento ma senza nessun risultato.

Solo alla fine, quasi per curiosità ha un'intuizione: e se quel -nnes- fosse Gennesaret (il nome di una città della Palestina)? O' Callaghan strabiliò: il frammento 7Q5 (grotta 7 di Qumran - frammento 5) concorda perfettamente, secondo tutti i criteri sticometrici (lo studio della lunghezza delle lettere e dei righi nella paleografia) con Marco 6,52-53 "Poiché non avevano capito il fatto dei pani e il loro cuore era indurito. E quando ebbero compiuto la traversata verso terra, vennero a Gerusalemme e approdarono." Per il povero gesuita spagnolo iniziò un vero e proprio calvario di critiche arrivando persino ad essere pesantemente apostrofato da molti confratelli della Chiesa stessa.