A.M.I.G. - SAPMI - CO.SI.ME. - CONF.S.A.L. via Antonio Coppi n. 6 00179 Roma tel/fax 06/78.40.914
seg. naz.le
Essa fa seguito a ns note già inviate ad Ella ed alle Istituzioni Regionali del Lazio sulla operatività riguardante l'emergenza sanitaria, extra - ospedaliera in particolare, per la quale abbiamo abbozzato una possibile soluzione operativa ed integrativa con i pronto soccorso dei DEA che riguarda le strutture ed il personale in essere, ai sensi della normativa vigente e già attuata in alcune regioni. Il campione confronta quanto effettuato dal personale medico negli interventi
extraospedalieri con le risultanze dei colleghi del DEA di riferimento,
consistenti in quaranta variabili per ogni caso e ottomilanovecentosessanta
per tutto il campione. Lo scopo della pubblicazione, che è in redazione, è stato
quello di sottolineare e di esprimere con forza il fatto: - che l'efficienza di ogni servizio deriva dalle capacità professionali
e dall'esperienza dei suoi singoli componenti (risorse umane): qualità
incrementabili solo con uno specifico esercizio/lavoro che non può
essere equiparabile a quello sporadico o occasionale;
ad adoperarsi in ogni modo affinché il personale medico impegnato attualmente e solamente nelle attività di intervento extra-ospedaliero siano utilizzati quanto prima, per parte del loro orario di lavoro, anche nelle attività dei pronto soccorso ospedalieri delle Aziende di riferimento su il tutto il territorio nazionale e non come avviene solo in alcune realtà regionali. Tutto questo sia al fine di non lasciare isolato questo personale medico, sia culturalmente che professionalmente, ed allo scopo di creare una reale scuola dell'emergenza la quale sia soprattutto pratica e non teorica: non essendo bastevoli a svolgere un'attività di emergenza il mero titolo di studio, la formazione ad ore e gli sporadici esercizi sui manichini se non si ha in seguito la possibilità di mettere in pratica quanto si è appreso. Cordiali saluti Roma 08.10.2003 A.M.I.G. - SAPMI - CO.SI.ME. - CONF.S.A.L. Segreteria nazionale dott. Di Prospero Silvestro
Al Ministro della Salute Al Ministro dell'Università e Ricerca Scientifica Alla Conferenza Stato-Regioni Ai Presidenti delle Giunte Regionali Agli Assessori Sanità Regionali Al Ministro del Tesoro Al Ministro della F.P. All' ARAN Alla FNOMCeO Alle Segreterie nazionali OO.SS. mediche Loro sedi/fax Oggetto: Emergenza
sanitaria. Richiesta maggiore chiarezza definizione: competenze diverse
figure professionali presenti in Sanità, derivanti svolgimento
rispettivi corsi/diplomi di Laurea; che nello svolgimento delle attività di emergenza sanitaria, diventate un Livello Essenziale di Assistenza, sono impegnate figure professionali (medici - infermieri - personale tecnico) aventi valenza diversa rispetto a quella medica per titolo di studio, ccnl e carriera; che la disomogenea realizzazione di questo sistema nelle diverse realtà
regionali e la diversificata utilizzazione del personale presente in sanità
(medici - infermieri - personale tecnico) all'interno della fase di allarme
del suo Sistema ha poco consentito in modo uniforme: che quanto si è verificato, unitamente alla scarsa presenza di
personale medico e alla impostazione culturale del sistema che non si
possa fare diagnosi al letto del malato, ha creato aspettative in alcune
categorie professionali sanitarie (personale infermieristico e tecnico),
che non sono previste negli atti giurisprudenziali, legislativi e normativi,
sia nazionali che comunitari, quali quelle di: poter effettuare una diagnosi
e prescrivere/somministrare autonomamente la conseguente terapia; che
quanto esposto può essere derivato da una somma di fattori: che si è lungi dal voler misconoscere ogni merito altrui o sminuire o sottovalutare l'apporto delle varie professionalità laureate e non presenti in tutta la Sanità e non solo in Ospedale (fisici, chimici, biologi, psicologi, etc.); che, pur reputando lodevole e meritevole la volontà di migliorare la propria condizione lavorativa, sociale e/o economica, non è coerente vantare o autoatttribuirsi competenze proprie di altre categorie professionali; che le SS.LL. hanno assunto un impegno non indifferente sia nell'accettare che nello svolgere il proprio mandato, vuoi per le responsabilità intrinseche al proprio incarico istituzionale che per i cambiamenti in atto, e che dimostrano di farlo con coraggio e la chiara volontà di non accettare alcun condizionamento; Ad adoperarsi in ogni modo affinché: -siano definite con chiarezza le attribuzioni/competenze proprie di ogni figura professionale -infermieristica, tecnica, etc- (L. 12/99 art. 1) presente nella sanità e soprattutto nell'emergenza, nei rapporti con quella medica, a cominciare da quelle derivanti dallo specifico studio universitario, affinché ne consegua il rispetto reciproco e si eviti, sia nei rapporti interprofessionali che con l'utenza, una confusione dei ruoli e quindi delle proprie competenze e responsabilità ed anche una loro elusione; -siano chiariti gli effetti che hanno su ogni professione sanitaria i relativi studi universitari e la formazione, i cui corsi ad ore sono stati utili finora solo sindacalmente per i passaggi di fascia, e meno di fronte al paziente, per i quali passaggi sarebbe opportuno trovare altre modalità; -sia chiarito che, per i citati effetti, il lavoro di equipe non significa affatto fare tutti la stessa cosa o unificare competenze e responsabilità disparate, bensì avere la propria parte di operatività nel lavoro d'insieme; -sia chiarita la distinzione tra trasporto sanitario e soccorso: che, se mai, lo precede e non si identifica con il mezzo utilizzato e tantomeno con il viaggiarci sopra; -sia chiarito che i protocolli e/o le linee guida diagnostico/terapeutiche, ideati e disposti per i medici, non sono utilizzabili da terzi per assumersi le loro competenze e le responsabilità tanto più che nella loro applicazione hanno dimostrato dei limiti di fonte a soggetti con più patologie e senza alcuna diagnosi, anche per gli stessi medici; -sia chiarita definitivamente la questione inerente l'atto medico delegato, in specie l'autorizzazione a distanza di somministrare farmaci, ridondante tra il personale infermieristico, soprattutto per la responsabilità che deriva in specie al delegante se il delegato sbaglia; se ha senso ancora parlarne, considerato che il rispettivo diploma di laurea statuisce anche le rispettive competenze e non le attribuzioni da sottoposto; -sia chiarito il fatto se alcune manovre definite salvavita ( defibrillazione,
intubazione oro-tracheale, ventilazione assistita, somministrazione di
farmaci, etc.) possano costituire un patrimonio culturale proprio di tutte
le professionalità sanitarie, anche laiche, impegnate in situazioni
di emergenza sanitaria, (senza che il loro utilizzo dia luogo a rivendicazioni
sindacali ed economiche ) oppure esserlo solo di alcune specialità
mediche; -sia specificato, con chiarezza: chi debba essere il destinatario del triage negli accessi ospedalieri; se questo debba essere prevalente di fronte ad una diagnosi già posta e documentata, tanto da doverla ricondurre alla mera descrizione sintomatologia, per l'assunto che non si possa fare alcuna diagnosi al letto del malato! Cordiali saluti. Roma 15.05.2003 A. M. I. G. Segreteria nazionale dott. Di Prospero Silvestro |