FUNGHI

Molinette General Hospital
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COSA FARE    REGOLE    ESEMPI

L' avvelenamento da funghi rappresenta senz'altro una patologia ad andamento stagionale con incremento massimo, anche se non esclusivo, in autunno, quando le giornate ancora tiepide spingono gli amanti della natura a ricercare, oltre il piacere di una benefica passeggiata, prelibati funghi per il piacere della tavola.
Spesso, pero', il piacere si trasforma in malessere, quando non in una vera e propria tragedia. Dai dati statistici dei CAV, risulta che, ogni anno, circa il 3% delle chiamate per intossicazioni riguarda casi di avvelenamento da funghi e di questi alcuni ad esito letale. Infatti, se e' vero che nella maggior parte dei casi l' intossicazione si manifesta soltanto con sintomi gastroenterici, purtroppo esistono alcuni tipi di funghi che inducono patologie ben piu' gravi e potenzialmente letali

Il numero delle richieste di informazione ai Centri antiveleni sulle intossicazioni da funghi è di circa duemila all’anno (anno di riferimento: 1995) pari circa al 4 % di tutte le richieste di informazioni ricevute dai Centri e fornite al Ministero della Sanità (Risoluzione Cee 90/C 329/03).

In questo periodo il CAV Molinette riceve in media 4 chiamate/die mentre presso la Terapia Intensiva del Pronto Soccorso vengono trattate almeno due persone al giorno.

Dati italiani della mortalità:

200 DECESSI per anno.

 
Dati della morbilità: 2000 - 3000 / anno di avvelenamenti da amanite.
  6000 - 8000 / anno da altri funghi.
Dati epidemiologici:

avvelenamenti da funghi si possono verificare in ogni periodo dell’anno con picco di incidenza durante la stagione autunnale; frequente ma non obbligatoria è la caratteristica della familiarità dei colpiti o delle persone che hanno consumato pasti in comune.

 

Per facilitare la diagnosi sono state identificate le principali sindromi da funghi velenosi, intendendo con tale termine un insieme di sintomi, segni e dati di laboratorio che sono piu' o meno comuni ad alcuni gruppi di funghi.

SINDROMI A INCUBAZIONE CORTA

Sindrome muscarinica. Intossicazione a carico del sistema nervoso centrale con vasodilatazione, rallentamento dei battiti cardiaci, restrigimento della pupilla, il tutto accompagnato da nausea , vomito e diarrea. Il veleno che provoca questa intossicazione è la muscarina, che a dispetto del nome è presente solo in quantità molto piccole in Amanita Muscaria ed è molto più abbondante in altre specie fungine, quali le piccole Clitocybe bianche (C. dealbata, C. cerussata, C. phyllophila) e molte specie del genere Inocybe (tra cui I. patouillardii, considerata estremamente tossica, talvolta mortale). Per questo tipo di intossicazione esistono però degli antidoti specifici, come il solfato di atropina e la tintura di belladonna.

Sindrome panterinica. Le sostanze responsabili di questo tipo di intossicazione sono presenti in alcune specie del genere Amanita in particolare A. pantherina, A. muscaria e sembra anche A. gemmata.
Queste sostanze, a seconda di come si combinano tra di loro, provocano dei fenomeni di differente intensità. Sono tutti comunque a carico del sistema nervoso, con ipertensione, tachicardia, vasocostrizione, talvolta con in più tutto un insieme di sintomi allucinogeni, tanto che, in alcune zone della Russia e dell'Alaska A. muscaria veniva usata dagli stregoni per avere delle visioni. Questi fenomeni lasciano il fisico alquanto prostrato, ma solo raramente hanno esito mortale.

Sindrome digestiva. I funghi sono ricchi di una sostanza, la chitina, molto difficile da digerire, inoltre, contengono in abbondanza zucchero, il trealosio, per la digestione del quale l'organismo elabora un enzima particolare, la trelasi. Mancando per carenze genetiche questo enzima, il trealosio fermenta provocando dei fenomeni diarroici talvolta anche molto importanti.
Ne consegue quindi che sia per abbondanza di libagioni, sia per carenze organiche, può succedere anche di sentirsi male dopo aver mangiato dei funghi considerati dalla letteratura sicuramente commestibili. Tra questi ricordiamo: Clitocybe nebularis, Armillaria mellea, Amanita rubescens e altre.
Questa sindrome è possibile si manifesti anche nel caso di ingestione di funghi che contengono delle tossine con principi lassativi (Ramaria formosa, R. pallida e qualche boleto del genere Suillus). Non si tratta comunque mai di episodi molto gravi: si risolvono di solito nel giro di qualche ora, non appena lo stomaco e l'intestino riescono a espellere le sostanze che li hanno provocati.

Sindrome resinoide. Si tratta di una sindrome gastroenterica molto violenta, che si manifesta in genere molto rapidamente dopo l'ingestione (da qualche minuto a qualche ora) con forti dolori di stomaco, vomito e diarrea. Le specie responsabili di questo tipo di avvelenamento sono: Tricoloma pardinum, Omphalotus olearius, Entoloma lividum, i boleti del gruppo di Boletus satanas, nonché alcune russule e alcuni lattari acri.

Sindrome psilocybina. Sindrome di tipo allucinogeno dovuta alla presenza in alcuni funghi della famiglia Strophariaceae di un composto simile allo LSD, che venivano usati in alcune zone dell'America centrale per manifestazioni di stregoneria. L'uso di questi funghi ha coinvolto ultimamente un numero sempre più grande di giovani, specialmente in Inghilterra e in altre nazioni del Nordeuropa, tanto che le specie responsabili sono vietate alla raccolta.

Sindrome emolitica. Dovuta a tossine contenute in molte specie di funghi, abitualmente buoni (come numerose amanite e molti ascomiceti tipo le morchelle e Helvella) che provocano disturbi se mangiati crudi o cotti inadeguatamente. Queste tossine, che sono termolabili, vengono infatti eliminate da una cottura normale. La sintomatologia si manifesta con disturbi di vomito e diarrea; la causa principale è dovuta alla distruzione dei globuli rossi del sangue ad opera di queste tossine, con talvolta dei danni abbastanza gravi.

SIDROMI A INCUBAZIONE LUNGA

Sindrome falloidinica. Causata dalle tre amanite mortali: Amanita phalloides, Amanita verna e Amanita virosa, e soprattutto dalla prima di questa,non perché più velenosa delle altre, ma perché molto più diffusa. E' questa l'intossicazione che causa il 90% degli avvelenamenti da funghi con esito mortale. Vi sono però molte altre specie che provocano lo stesso tipo di avvelenamento, come molte piccole lepiote che crescono abbondanti nei parchi cittadini sotto i cedri ( Lepiota brunneoincarnata, Lepiota subincarnata, Lepiota Josserandii ecc.) e alcune specie di galerine vicine a Galerina marginata.
I primi sintomi di questo tipo di avvelenamento si manifestano in media dopo 7- 8 ore dall'ingestione, ma qualche volta anche il giorno dopo. Questo significa che al loro comparire, i veleni hanno avuto tutto il tempo per provocare dei danni, spesso irreparabili.
La sindrome comporta malessere generale, seguito da vomito e diarrea anche di grande intensità, con conseguente disidratazione, talvolta con qualche fase di miglioramento, seguita però dal riacutizzarsi dei sintomi.
L'organo più colpito da questa intossicazione è il fegato, ma con conseguente compromissione dei reni e del cuore. Questo avvelenamento è spesso mortale, ma anche nei casi più fortunati i danni a carico del fegato si soffrono per tutta la vita.

Sindrome orellanica. E' la più lenta a manifestarsi; appare anche dopo 10 - 20 giorni dall'aver mangiato i funghi e la diagnosi complica proprio dal fatto che raramente si mettono in rapporto i disturbi che si manifestano con gli alimenti consumati magari una settimana prima. Questo tipo di avvelenamento spesso con esito mortale è provocato da Cortinarius orellanus, Cortinarius speciosissimus, Cortinarius splendes, ma anche da molti altri cortinari di colore giallo ocra-brunastro. L'intossicazione provoca danni soprattutto a carico dei reni, con insufficienza renale progressiva.

Sindrome gyromitrica. Questo tipo di avvelenamento è dovuto principalmente a Gyromitra esculenta, ma anche a Gyromitra gigas, Helvella infulla e altri.
I veleni di questi funghi non sono di per sé molto potenti, ma hanno la prerogativa di accumularsi nel nostro organismo; si hanno cioè delle intossicazioni, talvolta meno gravi, da funghi considerati dalla letteratura commestibili. I sintomi incominciano dopo 6 ore (a volte anche dopo 48) manifestandosi inizialmente con una fase gastrointestinale acuta (vomito e diarrea spesso violenti), che muta poi in crisi epatica spesso accompagnata da emolisi. Vengono segnalati anche episodi con esito mortale.



N.B.: Non sempre la sintomatologia ed i tempi di latenza rispecchiano in maniera cosi precisa lo schema riportato.