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Ibrido, inelegante, nato
dall'accoppiamento dell'asino con la cavalla; portavi
l'obice e la cassa di cottura; il Cappellano, la posta e il
ferito; la cassa di granate e l'esplosivo.
Tu;
tozzo, dalle orecchie grandi, grosse, dagli zoccoli alti e
capaci degli impervi sentieri; la tua sobrietà e il
tuo stomaco si accontentavano dei foraggi più
grossolani.
Tu
eri l'amico prezioso e insostituibile dei soldati in
montagna.
Per tutto quello che hai
significato lungo i nostri giorni di naja e di
guerra; per le giaculatorie dei conducenti; per i telefori
cui sei stato costretto quando non potevi traghettare in
altro modo un
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corso d'acqua, e
Tu
eri terrorizzato e zampettavi e scalciavi nell'aria; per
tutte le volte che gli uomini si sono attaccati alla tua
coda in salita e hai lasciato fare tirando su anche
loro.
Per le cannonate che ti sei
preso, filosofo come un soldato di razza; per il tuo sudore
e le tue fatiche; per i venti di altura e il bianco delle
nevi.
In riconoscenza delle migliaia
di tuoi compagni morti in guerra per noi; perché tu
possa rivivere nel ricordo di coloro che stanno per mettere
le pantofole o le portano già, di nascosto; per tutti
gli Sconci che ti hanno voluto bene; ecco come
possiamo renderti onore, ché altro
guasterebbe.
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