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Panegirico del mulo

"La briglia infilata nel braccio mancino
giorni da lupi … in cammino.
Cicca in bocca, canto in cuore
Tocca a chi tocca quando si muore".
 
(Sandro Baganzani)
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Ibrido, inelegante, nato dall'accoppiamento dell'asino con la cavalla; portavi l'obice e la cassa di cottura; il Cappellano, la posta e il ferito; la cassa di granate e l'esplosivo.

Tu; tozzo, dalle orecchie grandi, grosse, dagli zoccoli alti e capaci degli impervi sentieri; la tua sobrietà e il tuo stomaco si accontentavano dei foraggi più grossolani. Tu eri l'amico prezioso e insostituibile dei soldati in montagna.

Per tutto quello che hai significato lungo i nostri giorni di naja e di guerra; per le giaculatorie dei conducenti; per i telefori cui sei stato costretto quando non potevi traghettare in altro modo un

 

corso d'acqua, e Tu eri terrorizzato e zampettavi e scalciavi nell'aria; per tutte le volte che gli uomini si sono attaccati alla tua coda in salita e hai lasciato fare tirando su anche loro.

Per le cannonate che ti sei preso, filosofo come un soldato di razza; per il tuo sudore e le tue fatiche; per i venti di altura e il bianco delle nevi.

In riconoscenza delle migliaia di tuoi compagni morti in guerra per noi; perché tu possa rivivere nel ricordo di coloro che stanno per mettere le pantofole o le portano già, di nascosto; per tutti gli Sconci che ti hanno voluto bene; ecco come possiamo renderti onore, ché altro guasterebbe.

 

Copyright 1998© Francesco Pacienza
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