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Nel secondo Conflitto mondiale
le Truppe Alpine vi parteciparono con 5 Divisioni Alpine:
"Julia", "Tridentina", "Taurinense",
"Cuneense" e "Pusteria".
I primi scontri avvennero sul
fronte occidentale contro i reparti dell'
"Armèè des Alpes". Subito dopo la
Francia gli Alpini vengono inviati in Albania. Nell'Autunno
del 1940 l'Italia attacca la Grecia. La Divisione
"Julia" dopo aver preso parte all'offensiva sul
Massiccio del Pindo è costretta a ripiegare sino al
Ponente di Perati.
Nella fase difensiva furono
impegnate anche le Divisioni "Tridentina",
"Pusteria" e"Cuneense".
Gli Alpini oltre che combattere
contro i tenacissimi Greci, dovettero affrontare la neve, il
fango vischioso, la pioggia battente e l'ostilità del
terreno percorso unicamente da mulattiere e sentieri. Enorme
fu il lavoro svolto dai muli, in mezzo a quel mare di fango,
per alimentare gli Alpini schierati sui capisaldi. Il valore
e lo spirito di sacrificio delle truppe alpine si
dimostrò elevatissimo. La difesa del Ponte di Perati
fu un vero Calvario per gli Alpini della "Julia" che,
in poche settimane, si ridusse a circa 1.500 uomini, pochi
pezzi di artiglieria e un centinaio di muli, anch'essi
uccisi dagli stenti e squarciati dalle micidiali bombe dei
mortai greci.
E dopo la Grecia gli Alpini
vengono inviati in Russia. Nell'estate del 1942,
"Julia", "Tridentina" e "Cuneense",
inquadrate nel Corpo d'Armata Alpino, partono per il fronte
Russo, dove si rendono protagoniste della inviolata difesa
del Don e degli strenui, sanguinosi combattimenti nel
gennaio 1943, che consentono il ripiegamento e la salvezza a
molte migliaia di soldati italiani e alleati.
In quell'inferno di ferro e di
fuoco, dove migliaia di uomini combattono sulla steppa
gelata, a temperature impossibili, conducenti e muli diedero
un enorme aiuto agli alpini agevolando loro il ripiegamento
non solo dei pezzi e delle armi ma specialmente nel traino
delle slitte cariche di feriti, di ammalati e
congelati.
Umili e poderosi, assieme ai
loro magnifici conducenti, servirono gli alpini sino al
sacrificio. Anche loro rimasero a migliaia sulla terra
gelata falciati dal gelo polare, dagli stenti e dai carri
armati russi. Lungo la strada della ritirata furono
semplicemente epici il lavoro e le fatiche dei conducenti,
quegli umili serventi addetti alla cura dei muli,
affettuosamente chiamati, nel mondo alpino, "gli
sconci".
Durante quella drammatica
ritirata a piedi, gli Alpini scrissero la pagina più
tragica ed insieme più gloriosa della storia delle
Truppe Alpine. Lungo la strada di Nikolajewka, il 26 gennaio
1943, migliaia di alpini si sacrificarono per onore della
Patria, affrontando con dignità e grande spirito di
solidarietà l'estremo sacrificio.
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