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Filosofia

Naturalmente ogni programmatore ha una sua filosofia di programmazione, attraverso la quale crea il software, siano essi programmi, pagine web, ecc.
Io credo che una caratteristica fondamentale del software sia la essenzialità, cioè l'eliminazione del superfluo. Sembrerà forse un nostalgico, ma non potrò mai scordare il mio primo computer, il Commodore VIC20, seguito poi dal Commodore C64, che avevano rispettivamente 20 e 64 KByte di RAM. Ebbene, su queste macchine erano disponibili giochi e programmi semplici ed essenziali, ma efficienti e divertenti, come se ne vedono sempre più raramente sui recenti PC, dotati di svariati MBytes di RAM.
Indubbiamente la tecnologia progredisce con passi da gigante ed è impossibile guardare i vecchi VIC20 e C64 senza considerarli ormai arcaici, ma l'esempio deve insegnarci che nella programmazione bisogna sfruttare al massimo le potenzialità dell'hardware, senza però esagerare: il software non deve cercare di "sforzare" l'hardware, cercando cioè di avere risorse sempre più potenti senza cercare di ottimizzare il prodotto per la piattaforma corrente; è un ciclo che porta benessere solo commerciale.
Le pagine web, forti del gran numero di plug-ins esistenti sul mercato, sono arricchite da contenuti multimediali esagerati e nella maggior parte dei casi inutili; le stesse risorse impiegate per il multimediale potrebbero essere impiegate per una maggiore sicurezza delle transazioni, per la semplicità nell'accesso ai dati remoti, ecc. I linguaggi Java e JavaScript, oltre a rendere le pagine più accattivanti, possono effettivamente facilitare la navigazione attraverso un uso più avanzato e professionale, anche se rendono il sistema vulnerabile ad attacchi esterni. Si stanno infatti studiando nuove tecnologie per la sicurezza delle applicazioni Java distribuite via Internet.
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